Informazioni aggiuntive
Peso | 0,235 kg |
---|---|
Dimensioni | 18 × 25 cm |
Autore | Andrea Bona, Claudio Centa, Daniele Gazzi, Fabiana Veronese, Giovan Battista Segato, Martina Strazzabosco, Matteo Melchiorre |
Anno | |
Formato | |
Pagine | |
EAN |
€25,50
Esaurito
Cronache di una città distrutta.
Contributi storiografici per il quinto centenario della distruzione di Feltre (1510 – 2010)
“Tra il 1509 e il 1514 Feltre, assieme ad altre città venete, fu oggetto di contesa da parte dell’imperatore Massimiliano d’Asburgo nell’ambito delle note vicende cambraiche. Venne dunque variamente e fatalmente “sbattuta, travagliatta et afflitta con tante frequenti e diverse guerre, rapine et incendi e mutazion di signorie…et colma de miserie et calamitade” (Pasole). Dopo il primo saccheggio e il parziale incendio del 2 luglio 1509 – nel quale perirono secondo il Cambruzzi almeno 400 capifamiglia – si ebbe l’evento principale del 3 luglio 1511, “giorno infelicissimo, infausto et memorabile sempre”, nel quale la città non solo fu saccheggiata e massacrata, ma travolta e pressoché distrutta da un incendio le cui cause non furono mai interamente chiarite, in quanto entrambe le parti se ne rinfacciarono reciprocamente la responsabilità.”
Peso | 0,235 kg |
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Dimensioni | 18 × 25 cm |
Autore | Andrea Bona, Claudio Centa, Daniele Gazzi, Fabiana Veronese, Giovan Battista Segato, Martina Strazzabosco, Matteo Melchiorre |
Anno | |
Formato | |
Pagine | |
EAN |
Cronache di una città distrutta.
Contributi storiografici per il quinto centenario della distruzione di Feltre (1510 – 2010)
“Tra il 1509 e il 1514 Feltre, assieme ad altre città venete, fu oggetto di contesa da parte dell’imperatore Massimiliano d’Asburgo nell’ambito delle note vicende cambraiche. Venne dunque variamente e fatalmente “sbattuta, travagliatta et afflitta con tante frequenti e diverse guerre, rapine et incendi e mutazion di signorie…et colma de miserie et calamitade” (Pasole). Dopo il primo saccheggio e il parziale incendio del 2 luglio 1509 – nel quale perirono secondo il Cambruzzi almeno 400 capifamiglia – si ebbe l’evento principale del 3 luglio 1511, “giorno infelicissimo, infausto et memorabile sempre”, nel quale la città non solo fu saccheggiata e massacrata, ma travolta e pressoché distrutta da un incendio le cui cause non furono mai interamente chiarite, in quanto entrambe le parti se ne rinfacciarono reciprocamente la responsabilità.
Bonifacio Pasole, Benedetto Bovio, Antonio Cambruzzi, Antonio dal Corno e Girolamo Bertondelli hanno variamente ricordato nelle loro “istorie” questo incendio che il presente studio approfondisce sotto altri vari aspetti riguardanti sia fonti diverse o più vicine all’evento, quali quelle di Daniello Tomitano e di Andrea Gritti (studiate da Martina Strazzabosco e Fabiana Veronese), sia le vicende riguardanti il periodo successivo della ricostruzione che solo di recente si è iniziato a studiare e che questo volume approfondisce con gli studi di Matteo Melchiorre, Andrea Bona e Claudio Centa.”
Prefazione: Federico Barbierato
Edizioni Famiglia Feltrina
Sommario
Federico Barbierato p. VII
Prefazione
Matteo Melchiorre p. 1
Breviario politico per tempi di sciagura.
Il Consiglio di Feltre al governo di una città distrutta e infelice (1510-1520)
Fabiana Veronese p. 119
«L’incendio degli incendi» (Feltre, 3 luglio 1510).
Lo sguardo veneziano
Fabiana Veronese p. 153
«Furia di genti che fugivano… pianti et cridori di femine e puti…».
I dispacci del provveditore generale da terra Andrea Gritti (Feltre, 10-11 dicembre
1511)
Martina Strazzabosco p. 177
«E i feltrini dalla sommità dei monti, l’incendio rimirando, piangevano
le fiame».
Una narrazione inedita di Daniello Tomitano (1588-1658) sulla distruzione di
Feltre
Andrea Bona p. 241
Cosa resta delle case di una città bruciata? Quanto costa
ricostruirla?
La memoria della Feltre scomparsa nei muri, nella terra e nelle carte della città
dei nostri giorni
Claudio Centa p. 265
«…Ipse episcopus amisit omnia bona sua».
La ricostruzione delle opere di chiesa
Con “Diario di un Sindaco”, l’autore ha voluto lasciare traccia dei suoi vent’anni in municipio, quindici dei quali come Primo Cittadino a Rocca Pietore, comune montano sulle Dolomiti bellunesi, convinto che una esperienza di vita così profonda debba essere trasmessa quale diretta testimonianza, utile per comprendere molte sfumature dell’attività amministrativa, spesso denigrata, criticata e il più delle volte, purtroppo disconosciuta. Gli accadimenti di cui il suo Comune, negli anni, è stato teatro, rappresentano perlopiù una “consueta ordinarietà” per tutti i municipi ma, in qualche caso, al contrario, il territorio è stato protagonista di vicende sicuramente eccezionali. Tutte queste particolarità riflettono con chiarezza un percorso di vita significativo, riportato qui in una sorta di diario temporale che racconta pagine di storia di uno dei tanti Sindaci che si cimentano con passione nel complicato lavoro di Amministratore Pubblico.
Andrea De Bernardin, nato e cresciuto ai piedi della Marmolada, sin da giovanissimo è appassionato di storia al punto da incentrare su di essa l’attività lavorativa e trarne ispirazione per diverse apprezzate pubblicazioni. Una fra tutte “La città di ghiaccio, guerra nelle viscere della montagna”, assieme al collega Michael Wachtler.
Un libro che descrive la vita e le avventure dell’ Ispettore Superiore Scelto del Corpo forestale dello Stato Nicola Pierotti, vicende meritevoli di essere vissute e degne di essere lette; strumento per comprendere un po’ meglio il mondo in cui viviamo. Nel volume sono descritte minuziosamente le indagini svolte durante la sua carriera, quali l’arresto del piromane dell’Isola del Giglio, del bracconiere che per poco non lo uccideva, i vari tentativi di corruzione e numerosi altri episodi. Un quadro di vita intensamente spesa per proteggere natura e animali da tutta quella gente “per male” quali inquinatori, trafficanti o bracconieri, ma anche superiori pavidi e politici senza vergogna. Libro da leggere fino in fondo.
Il volume è una raccolta di riflessioni e di parole, le parole della montagna che diventano pensieri. Sono le parole delle ALBE fatte di silenzi. Sono le parole della NOTTE che ha ceduto con discrezione i suoi segreti al VENTO. Sono le parole delle ACQUE che gorgogliano frale ombre di un BOSCO pieno d’incanto. Sono le parole delle ferite inferte dall’uomo ai Monti e che ora raccontano struggenti vicende di una GUERRA non troppo lontana. Sono le parole dell’INVERNO che sigilla la ROCCIA in uno scrigno di diamanti. Sono le parole delle NUVOLE, scialli leggeri dispiegati a coprire le spalle di giganti di pietra: le MONTAGNE.
L’autrice spiega di “aver cercato di fermare il suo tempo nei pensieri che ha raccolto nel lungo cammino che l’ha portata a frugare fra le pieghe di roccia, nei cupi canali, nella luce sfolgorante del sole, nella bandiera turchina del cielo. Un piccolo ricordo per farle pensare che vivere “quassù” non è mai vivere soli e che ogni parola è dono prezioso.
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