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Storia e memoria della Grande Guerra a Sernaglia in provincia di Treviso nell’anno della fame.
Venuta a trovarsi sulla linea del fronte dopo la rotta
di Caporetto, Sernaglia subì gli effetti più duri
dell’occupazione austro-ungarica: la violenza del
nemico, il fenomeno dei profughi, la fame, la completa
distruzione del paese. Il libro ricostruisce – tra storia
e memoria – le vicende di un territorio che pagò un
prezzo altissimo alla guerra italiana e che negli ultimi
giorni dell’ottobre 1918 venne percorso dai primi
arditi e dai primi fanti che aprirono la strada a Vittorio
Veneto.
La battaglia della Sernaglia durante la Prima Guerra Mondiale viene qui riproposta ricorrendo sia alla documentazione militare, sia alla memorialistica di guerra.
Ma la piana della Sernaglia, completamente ricostruita
nel dopoguerra, è disseminata anche di elementi
simbolici, di monumenti e lapidi che hanno fissato
la memoria della Grande Guerra e ne hanno esaltato
il mito. Ogni monumento, ogni segno lasciato sul
territorio ha una storia da raccontare e a sua volta può
essere raccontato come un elemento che ormai fa parte
del nostro orizzonte quotidiano – come un edificio
pubblico, un palazzo, una chiesa – quindi della nostra
memoria collettiva.
Questo luogo, più di altri, si presta ad un’analisi dei
miti di guerra – a cominciare da quello degli arditi – e
alla loro decostruzione. Leggere le parole e le pietre
di un paese che ha legato il proprio al primo conflitto
mondiale e che, a novant’anni di distanza, ne sente
ancora viva la memoria, è utile per comprendere sia
le sofferenze di soldati e civili, sia il motivo per cui
Sernaglia si è potuta fregiare – primo Comune di questo
territorio – della denominazione “della Battaglia”.
Il libro è edito dal Comune di Sernaglia della Battaglia. Pubblicato con il contributo di Regione Veneto e Provincia di Treviso.
Illustrazioni: b/n
L’autore:
Daniele Ceschin svolge attività di ricerca all’Università
Ca’ Foscari di Venezia. È autore e curatore di numerosi
volumi che spaziano dalla storia della cultura tra Otto
e Novecento al movimento cattolico, dalla storia
dell’assistenza al sindacalismo, dall’internamento degli
ebrei stranieri in Italia alla Resistenza. Sulla Prima
guerra mondiale ha pubblicato, oltre a numerosi
articoli, il libro Gli esuli di Caporetto. I profughi in
Italia durante la Grande Guerra (Laterza 2006) e,
assieme a Mario Isnenghi, ha curato il volume La
Grande Guerra: dall’Intervento alla «vittoria mutilata»
(Utet 2008). Attualmente sta lavorando ad uno studio
complessivo sull’occupazione austro-ungarica e, per
l’editore Laterza, ad un volume sulle sconfitte italiane
dal Risorgimento alla Seconda guerra mondiale.
C’è Giulietta, la bambina che va di fretta, Teresa che dorme con la luce accesa, Doriana che veste strana e ancora Eunice che canta quand’è felice….
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Giovannina Pasqualotto maestra in pensione, vive a San Vito di Altivole. I suoi libri parlano di storia locale, di vita passata e di valori molto spesso dimenticati.
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Michele Barat nasce a Feltre 41 anni fa. Da 25 anni convive con un inquilino scomodo – la sclerosi multipla progressiva. Questo ospite indesiderato, tuttavia, pur limitandolo nella sua quotidianità, non gli impedisce di viaggiare con la fantasia e di creare mondi perfetti.
Il libro è stato prodotto interamente dall’autore e su sua espressa volontà parte del ricavato dalla vendita sarà devoluto ad una associazione no profit.
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