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Dimensioni | 23,5 × 22,5 cm |
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Esaurito
La vita di Carlo I imperatore di casa Asburgo raccontata con il supporto di numerosissime fotografie e documenti del tempo. L’opera, che ha la prefazione firmata dall’Arciduca Martino d’Austria-Este, si compone di due parti: il beato imperatore Carlo I e il Feltrino la prima; il beato re Carlo IV la seconda. Testo in italiano e tedesco.
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Carlo I d’Asburgo, il beato re apostolico.
La vita di Carlo I imperatore di casa Asburgo raccontata dagli autori con il supporto di numerosissime fotografie e documenti del tempo. L’opera, che ha la prefazione firmata dall’Arciduca Martino d’Austria-Este, si compone di due parti: il beato imperatore Carlo I d’Asburgo e il Feltrino la prima; il beato re apostolico Carlo IV la seconda.
«La differenza fra i due appellativi – spiega Nerio De Carlo, affermato germanista e autore del libro – dipende dal fatto che l’imperatore era Carlo I in Austria, ma quale re apostolico d’Ungheria era Carlo IV. Nella successione dei regnanti del Sacro romano impero sarebbe invece stato re di Boemia Carlo VIII». Nella prima parte si fa riferimento soprattutto agli eventi collegati con la Grande Guerra, pagine scritte con la collaborazione di Mario Gris. «La seconda dimensione – racconta il professore – spiega tra l’altro come sia terminata veramente la Grande Guerra. La battaglia di Vittorio Veneto non c’è mai stata. La “vittoria” è un poco come la «Elsinore» nell’Amleto di Shakespeare opure il «palazzo di Menelao» nel Faust di Goethe. È un oggetto di fede nazionalistica costruito sulla base di determinate necessità. Per la vittoria, fiore all’occhiello del regime, c’è nel libro un invito a leggere quanto sostenuto da Giuseppe Prezzolini nel 43° quaderno della «Voce», serie terza. A Vittorio Veneto furono dedicate 2451 tra vie e piazze. Al Risorgimento e alla Vittoria rispettivamente solo 1475».
Testo in italiano e tedesco.
Nel 1987 Aldo Villabruna, in un cantiere nel comune di Sovramonte, rinvenne una sepoltura con i resti di ossa umane e una punta di freccia risalenti all’ultima fase del periodo Paleozoico, 14.000 anni fa appunto. Da allora il Cacciatore o Uomo della Val Rosna ha fornito e continua a fornire preziosissime informazioni sui primi abitanti delle Alpi occidentali: si tratta di una delle più antiche sepolture di area alpina, ma rappresenta anche un esempio straordinario di arte funeraria paleolitica, nonché il primo caso di intervento odontoiatrico della storia!
Il volume dedicato ai ragazzi, ma ricco di informazioni specifiche di sicuro interesse anche per gli adulti, è diviso in due parti. La prima, di carattere narrativo, racconta la storia di un gruppo di cacciatori e raccoglitori nomadi, che seguendo le migrazioni degli animali, giunge dalla pianura ai piedi delle Alpi. Chiara Villabruna, grazie a una narrazione incalzante e ricca di dettagli, ci restituisce un racconto coinvolgente e appassionante, capace di immergere grandi e bambini nello stile di vita di coloro che hanno abitato quel riparo nella valle tra i torrenti Rosna e Cismon. Nella seconda parte, di carattere divulgativo, Aldo Villabruna espone con precisione e con il supporto di numerose immagini, i reperti rinvenuti nella sepoltura e le loro funzioni, aggiungendo al libro un irresistibile valore didattico. A impreziosire la storia ci sono le delicate e suggestive illustrazioni di Marisa Viezzoli.
Il libro, ultimo nato delle Edizioni DBS, rappresenta un ulteriore tassello nella missione della casa editrice: raccogliere, preservare e divulgare la storia e il vasto patrimonio culturale del territorio, soprattutto ai giovani, così da evitarne la dispersione. Una storia, come quella dell’Uomo della Val Rosna, che anche a distanza di 14.000 anni continua a sorprendere ed emozionare.
E se si scoprisse che la Valle di Seren che ormai conta pochi residenti, fosse stata in realtà colpita da una maledizione lanciata anni orsono da un parroco per vendicarsi del voltaspalle dei suoi parrocchiani?
Daniele Gazzi e Dante Rech ripercorrono questo fatto e/0 leggenda che si tramanda da generazioni e attraverso una lunga carrellata di foto descrivono la vita, a volte dura, ma sempre dignitosa di chi questa Valle la ha vissuta, amata, protetta e purtroppo ha dovuto lasciare a causa delle dure condizioni di vita
C’è Giulietta, la bambina che va di fretta, Teresa che dorme con la luce accesa, Doriana che veste strana e ancora Eunice che canta quand’è felice….
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