Informazioni aggiuntive
Peso | 0,735 kg |
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Dimensioni | 21 × 26,5 cm |
Autore | |
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Seconda edizione del fondamentale studio che Alberto Alpago Novello dedicò alla via aperta da Druso Claudio “Germanico”, generale di Augusto, intorno al 15 a.c. ai tempi della conquista della Rezia e della Vindelicia.
Nella prefazione a questa seconda edizione si legge: ” un’arteria fondamentale, di vitale importanza strategica e logistica. Questa fu la via Claudia Augusta. Ciò nonostante, pur frequentata per secoli, il suo nome fu dimenticato. La prima testimonianza certa di questa via venne alla luce nel 1552 con il ritrovamento del cippo di rablà. ma la cosa destò l’interesse scientifico solo nel 1786 quando, a Cesio, fu rinvenuto il secondo e più completo cippo commemorativo.
Congiungere i due cippi e le due estremità note fu un autentico “rebus” che infervorò generazioni di studiosi. Fattori diversi contribuirono a rendere estremamente ardua l’impresa; basti ricordare il carattere militare della via, la complessa conformazione del territorio che attraversava, la rete di strade che si sovrappose, intersecò e sostituì fin dai primi secoli dell’era cristiana la primitiva opera di Druso portata a compimento da figlio, l’imperatore Claudio.
Alberto Alpago Novello dedicò alla identificazione del solo tratto da Altino a Maia (l’odierna Merano) oltre trent’anni di ricerche. Un lavoro minuzioso nato dall’analisi delle numerose fonti storiche, archeologiche, toponomastiche e dallo studio attento delle carte, le più antiche che gli riuscì di trovare. Tutto verificato poi, ad ogni successiva fase, con ripetute, rigorose ricognizioni sul terreno”.
“Questa strada – conclude Budel – in cui affondano le proprie radici cinque regioni di tre diverse nazioni, a buon diritto può essere considerata un luogo della memoria: un monumento vivo della storia comune della nuova Europa”.
Peso | 0,735 kg |
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Dimensioni | 21 × 26,5 cm |
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In un bosco ai piedi delle Dolomiti, un piccolo abete ha appena messo radici. Con il passare delle stagioni, il piccolo abete comincia a crescere, circondato dalla bellezza della natura: fiori colorati e animali selvatici riempiono di vita il suo mondo. Ma un giorno il terreno sembra molto più lontano e il piccolo abete si accorge di non essere più tanto piccolo. Terrorizzato all’idea di crescere ancora, prende la decisione di restare così per sempre, suscitando la curiosità di una delle sue radici. L’incontro tra il piccolo abete e la sua intraprendente radice darà vita a un tenerissimo abbraccio.
L’albero protagonista di questa storia e i suoi amici si possono incontrare per davvero lungo il sentiero CAI che dal bivacco Palia porta al rifugio Casera Ere, poco distante da San Gregorio nelle Alpi.
Pensieri, riflessioni, annotazioni quasi fuggitive, nella loro trattenuta intimità, dilatano forme che rifiutano il finito per espandersi verso prospettive sorprese, a volte, da uno stupore affrancato da ogni accademismo – così Franca Visentin descrive i versi di Paola Scapin. Una raccolta di emozioni di pensieri a volte trattenuti, il tutto corredato da immagini tracciate dalla stessa autrice.
Sagron Mis è il comune più orientale della Provincia di Trento e il più piccolo della Comunità di Primiero con solo 175 abitanti. Sebbene l’area geograficamente e culturalmente sia più legata al vicino agordino, appartiene storicamente al distretto di Primiero per cui ha svolto nei secoli il ruolo di periferia, confine e passaggio.
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