Informazioni aggiuntive
Peso | 0,280 kg |
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Dimensioni | 16 × 23 cm |
Autore | |
Anno | |
Formato | |
Pagine |
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Esaurito
La Grande Guerra raccontata attraverso le voci e i canti dei suoi protagonisti. Le testimonianze che si rammentano qui ci vengono fornite in gran parte
da ufficiali subalterni, da persone cioè abbastanza colte e appartenenti
comunque ad un ceto sociale sicuramente più elevato rispetto a quello dei
comuni combattenti.
Peso | 0,280 kg |
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Dimensioni | 16 × 23 cm |
Autore | |
Anno | |
Formato | |
Pagine |
La Grande Guerra raccontata attraverso le voci e i canti dei suoi protagonisti.
“Dove sei stato mio bell’alpino che ti gà cambià colore? – L’è stata l’aria
dell’Ortigara che mi gà cambià colore!”, recita così una delle più famose
cante alpine.
Povero alpino che hai cambiato il tuo colore, colore terreo come il suolo che
hai calpestato e sul quale hai strisciato sotto il fuoco del nemico, pallido
per il terrore della morte che incombeva.
Questa raccolta di memorie è dedicata a tutti coloro che si sono
trovati nella fornace della Grande Guerra: agli ‘umili’ fanti, ai bersaglieri, ai
cavalleggeri, ai genieri, ai granatieri, agli artiglieri, ai carabinieri… e
agli alpini, strappati ai loro monti e alle loro valli per far la guerra
proprio fra le montagne che li videro nascere, costretti talora a sparare sulle
proprie case o a combattere coloro che, fino a poco tempo prima, erano
amici e vicini con i quali si lavorava nei boschi e sui campi.
Le testimonianze che si rammentano qui ci vengono fornite in gran parte
da ufficiali subalterni, da persone cioè abbastanza colte e appartenenti
comunque ad un ceto sociale sicuramente più elevato rispetto a quello dei
comuni combattenti.
Poche le lettere o i diari dei soldati semplici, molta invece la letteratura degli ex-ufficiali, che erano in gran parte già letterati o, comunque, borghesi di qualche cultura.
È con le considerazioni presenti nelle ultime lettere di alcuni ‘sottotenentini’,
così venivano chiamati i giovani studenti universitari alle armi, che l’autore
si propone di far meditare il lettore.
Si troveranno così poesie di Giuseppe Ungaretti, che, con le proprie liriche,
ci ha lasciato una testimonianza della guerra soff erta in prima persona,
evidenziando valori profondi di umanità anche nel dolore. Si troveranno
brani di Piero Jahier, tratti dal libro Con me e con gli alpini, passi da Un
anno sull’Altopiano di Emilio Lussu, di Paolo Monelli da Le scarpe al sole,
di Ernest Hemingway da Addio alle armi, dal Diario di un fante di Luigi
Gasparotto.
Frammiste ai racconti si troveranno infine alcune canzoni alpine, oltre
alle due che sono divenute l’emblema dell’Italia della Grande Guerra:
La leggenda del Piave di E.A. Mario (al secolo Giovanni Gaeta), e Monte
Grappa, testo di E. De Bono su musica di A. Meneghetti.
Il libro è edito da A.N.A. – sezione di Feltre.
Illustrazioni: b/n
C’è Giulietta, la bambina che va di fretta, Teresa che dorme con la luce accesa, Doriana che veste strana e ancora Eunice che canta quand’è felice….
Giovannina Pasqualotto pubblica il suo 13° libro – La città delle rondini – dedicato a Belluno e alle rondini che puntualmente ritornano nella bella stagione a rallegrare la città con il loro garrire felice. Il libro racconta una lunga storia di famiglia e di emigrazione dove la protagonista, partita da bambina ritorna a Belluno da anziana, offrendo ai lettori pagine di ricordi, emozioni e sentimenti sullo sfondo di una città che rimane immutata nel tempo. Il libro vuole essere un omaggio a Belluno, città da visitare, godere e amare; sempre accogliente, ricca di opere d’arte, abbracciata dalle Dolomiti e meta del ritorno delle rondini. Una metafora della vita: si ritorna sempre nei luoghi dove ci si sente amati e protetti.
Giovannina Pasqualotto maestra in pensione, vive a San Vito di Altivole. I suoi libri parlano di storia locale, di vita passata e di valori molto spesso dimenticati.
Dall’introduzione di Camila Dalmas e Giocondina Toigo – dal sogno alla speranza di un mondo migliore – questi racconti ci conducono in un viaggio avventuroso, ricco di belle sorprese e simpatici personaggi: il piccolo usignolo nella gabbia dorata, il coniglio, la mucca Giulietta, i pesciolini… frutto della vivace immaginazione di Michele e ci portano con la fantasia in universi lontani, in ambienti sperduti. Tutti i racconti hanno un comune filo conduttore: il desiderio di scoprire la chiave per un mondo più giusto, libero e armonioso.
Michele Barat nasce a Feltre 41 anni fa. Da 25 anni convive con un inquilino scomodo – la sclerosi multipla progressiva. Questo ospite indesiderato, tuttavia, pur limitandolo nella sua quotidianità, non gli impedisce di viaggiare con la fantasia e di creare mondi perfetti.
Il libro è stato prodotto interamente dall’autore e su sua espressa volontà parte del ricavato dalla vendita sarà devoluto ad una associazione no profit.
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