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L’emigrazione nel feltrino dalla fine dell’Ottocento al 1970. Il materiale fotografico, quasi del tutto inedito, è corredato da alcuni testi scritti che ne puntualizzano gli elementi di maggior interesse.
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L’emigrazione nel feltrino dalla fine dell’Ottocento al 1970.
Questo catalogo d’immagini è il frutto di un minuzioso lavoro di raccolta effettuato nel territorio feltrino; le fotografie qui riportate compendiano alcuni degli aspetti più significativi dell’emigrazione veneta nell’arco di tempo compreso dalla fine dell’ottocento al 1970: dai primi viaggi transoceanici, per lo più senza ritorno, alle migrazioni a carattere temporaneo nel centro Europa, fino a alcune forme caratteristiche di migrazione interna (pastorizia, baliatico, bonifiche pontine …). Il materiale iconografico, quasi del tutto inedito, è corredato da alcuni testi scritti (108 pagine di fitta scrittura) che ne puntualizzano gli elementi di maggior interesse. L’opera si propone di essere un importante strumento di lavoro e di ricerca, ma soprattutto un coraggioso tentativo di salvaguardare la memoria di chi ha contribuito con i propri sforzi a determinare lo sviluppo di tanti paesi, compreso il nostro, senza ottenere aiuti, né adeguati riconoscimenti.
In un bosco ai piedi delle Dolomiti, un piccolo abete ha appena messo radici. Con il passare delle stagioni, il piccolo abete comincia a crescere, circondato dalla bellezza della natura: fiori colorati e animali selvatici riempiono di vita il suo mondo. Ma un giorno il terreno sembra molto più lontano e il piccolo abete si accorge di non essere più tanto piccolo. Terrorizzato all’idea di crescere ancora, prende la decisione di restare così per sempre, suscitando la curiosità di una delle sue radici. L’incontro tra il piccolo abete e la sua intraprendente radice darà vita a un tenerissimo abbraccio.
L’albero protagonista di questa storia e i suoi amici si possono incontrare per davvero lungo il sentiero CAI che dal bivacco Palia porta al rifugio Casera Ere, poco distante da San Gregorio nelle Alpi.
Pensieri, riflessioni, annotazioni quasi fuggitive, nella loro trattenuta intimità, dilatano forme che rifiutano il finito per espandersi verso prospettive sorprese, a volte, da uno stupore affrancato da ogni accademismo – così Franca Visentin descrive i versi di Paola Scapin. Una raccolta di emozioni di pensieri a volte trattenuti, il tutto corredato da immagini tracciate dalla stessa autrice.
Sagron Mis è il comune più orientale della Provincia di Trento e il più piccolo della Comunità di Primiero con solo 175 abitanti. Sebbene l’area geograficamente e culturalmente sia più legata al vicino agordino, appartiene storicamente al distretto di Primiero per cui ha svolto nei secoli il ruolo di periferia, confine e passaggio.
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