Informazioni aggiuntive
Dimensioni | 16,5 × 23,5 cm |
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Il prezzo originale era: €10,00.€8,50Il prezzo attuale è: €8,50.
Cosa succederebbe se oggi – esattamente come accadde 100 anni fa – ragazzini di appena 14 anni rischiassero di finire al fronte? Per tutti loro la domanda sarebbe “E se dovrò partire anch’io?”, esattamente il titolo che Antonella Fornari ha scelto per il suo nuovo libro. 144 pagine a colori in cui si parla di Grande Guerra raccontando la verità che nessuno racconta.
Dimensioni | 16,5 × 23,5 cm |
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LIBRO FINALISTA PREMIO ITAS DEL LIBRO DI MONTAGNA 2017 – MIGLIOR OPERA NARRATIVA PER RAGAZZI
Cosa succederebbe se oggi – esattamente come accadde 100 anni fa – ragazzini di appena 14 anni rischiassero di finire al fronte?
Per tutti loro la domanda sarebbe “E se dovrò partire anch’io?”, esattamente il titolo che Antonella Fornari ha scelto per il suo nuovo libro. 144 pagine a colori in cui si parla di Grande Guerra raccontando la verità che nessuno racconta.
Come vivevano i soldati? Come badavano a se stessi e di cosa avevano paura? E ancora: cosa succedeva se si ammalavano? Chi avrebbe curato loro l’anima e il corpo?
“Per capire cosa fu la Prima Guerra Mondiale – spiega Antonella – bisognerebbe iniziare da queste domande le cui risposte, spesso, sono storie di fame, di freddo, di pane e di pidocchi. Tutte storie sicuramente sorprendenti e spesso terribili. La verità che nessuno dice ma che i ragazzi – e non solo – avrebbero il diritto e il dovere di conoscere”. E proprio a loro è dedicato questo libro, perché – continua Fornari – “se a 14 anni si poteva combattere e perdere la vita, oggi possiamo almeno cercare di capire e scoprire ciò che la Grande Guerra fu e cosa ci ha lasciato”.
Nel libro non c’è nulla di inventato, nessuna storia di fantasia, personaggi immaginari o particolari di finzione. La scelta di Fornari è stata di raccontare la pura verità, in un linguaggio comprensibile ai lettori dai 9 anni in su inserendo informazioni ed aneddoti che normalmente non vengono riportate dai libri di storia, ma che si trovano nelle corrispondenze dei soldati, nei diari, in qualche memoriale.
Le sorprese sono tante. Per esempio cosa e come mangiavano i soldati; chi erano i temutissimi “trottapiano” sempre in agguato nelle baracche; cos’erano le “case volanti” che arrivavano addirittura in prima linea; perché muli e cani erano considerati più importanti dei soldati stessi e chi erano gli “sconci”; quale fu il cane più decorato della Grande Guerra e chi era la temutissima Signora Anna, vero incubo di tutti i militari.
Per ricordare che tutto questo accadde davvero Antonella Fornari affianca ad ogni argomento i racconti di fatti accaduti al fronte: aneddoti di vita o episodi di guerra poco conosciuti, ma che aiutano a comprendere meglio la dimensione umana del conflitto. In questo sono preziose anche le foto. “Non ho voluto utilizzare disegni, volevo che il libro fosse verità anche nelle immagini. Ci sono fotografie di oggi, come quel che resta delle trincee o delle baracche e foto del tempo provenienti da archivi privati”. Tra queste compaiono anche scatti dei protagonisti di alcuni racconti come il Capitano Mazzoli e i suoi cani che erano diventati un vero e proprio tormento per gli Austriaci. Rubavano cibo e tabacco che portavano al loro padrone, ma lui frate prima della guerra per sé non tratteneva nulla: aveva fatto voto di povertà e tutto era per i suoi compagni Alpini.
“E’ l’umanità che ci fu anche nella guerra – conclude Fornari –uomini che seppero conservare un’anima anche nella brutalità e negli stenti, al punto da dividere il poco cibo con un nemico appena catturato come accadde sul Monte Piana. Un soldato italiano era caduto in mano austriaca: fu poi spedito al campo di Mathausen, ma non a pancia vuota. Tra le nebbie di quella cima, in una baracca sperduta e isolata, Italiani ed Austriaci si erano scambiati quel poco che ognuno di loro aveva”.
In un bosco ai piedi delle Dolomiti, un piccolo abete ha appena messo radici. Con il passare delle stagioni, il piccolo abete comincia a crescere, circondato dalla bellezza della natura: fiori colorati e animali selvatici riempiono di vita il suo mondo. Ma un giorno il terreno sembra molto più lontano e il piccolo abete si accorge di non essere più tanto piccolo. Terrorizzato all’idea di crescere ancora, prende la decisione di restare così per sempre, suscitando la curiosità di una delle sue radici. L’incontro tra il piccolo abete e la sua intraprendente radice darà vita a un tenerissimo abbraccio.
L’albero protagonista di questa storia e i suoi amici si possono incontrare per davvero lungo il sentiero CAI che dal bivacco Palia porta al rifugio Casera Ere, poco distante da San Gregorio nelle Alpi.
Pensieri, riflessioni, annotazioni quasi fuggitive, nella loro trattenuta intimità, dilatano forme che rifiutano il finito per espandersi verso prospettive sorprese, a volte, da uno stupore affrancato da ogni accademismo – così Franca Visentin descrive i versi di Paola Scapin. Una raccolta di emozioni di pensieri a volte trattenuti, il tutto corredato da immagini tracciate dalla stessa autrice.
Sagron Mis è il comune più orientale della Provincia di Trento e il più piccolo della Comunità di Primiero con solo 175 abitanti. Sebbene l’area geograficamente e culturalmente sia più legata al vicino agordino, appartiene storicamente al distretto di Primiero per cui ha svolto nei secoli il ruolo di periferia, confine e passaggio.
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