Informazioni aggiuntive
Peso | 0,298 kg |
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Dimensioni | 16,5 × 23,5 cm |
Autore | |
Anno | |
Formato | |
Pagine | |
EAN |
€10,20
La storia di Mercato Vecchio, a Montebelluna, raccontata attraverso foto d’epoca contestualizzate da note e appunti dell’autore.
Un libro di facile leggibilità, piacevole quanto puntuale nelle informazioni storiche, che restituisce le linee di un’identità cittadina e sociale.
Scrive nell’introduzione Lucio De Bortoli: “La storia del vecchio mercato sul colle, nei suoi tratti generali, è da tutti conosciuta. Essa è da tempo asse portante della storia di Montebelluna. Questo libro, seguito cartaceo e notevolmente allargato di un recente convegno dedicato all’origine e alla storia della città e del suo mercato, restituirà, io credo, le linee di un’identità cittadina e sociale finalmente compiute.
Perché la storia del vecchio mercato e del suo territorio appaiono il centro della nostra storia, almeno a partire da quando esso si teneva fuori e dentro le mura del mitico castello che conosciamo grazie alla celebre descrizione di Giovanni Bonifaccio? Perché il grande cammino del mercato chiama in causa istituzioni e normative, giurisdizioni e civiltà giuridiche, conflitti e complicità “politiche”, in definitiva la crescita civile e sociale di quella che i documenti hanno sempre definito la comunità di Santa Maria di Montebelluna. Perché, in definitiva, il mercato costituisce il lascito di una diversità e di una riconoscibilità comunitaria che ha cercato di sopravvivere alla distruzione di una rocca che aveva profondamente segnato il terreno e la sua sostanza storica.
Peso | 0,298 kg |
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Dimensioni | 16,5 × 23,5 cm |
Autore | |
Anno | |
Formato | |
Pagine | |
EAN |
Un libro di facile leggibilità, piacevole quanto puntuale nelle informazioni storiche, che restituisce le linee di un’identità cittadina e sociale.
Scrive nell’introduzione Lucio De Bortoli: “La storia del vecchio mercato sul colle, nei suoi tratti generali, è da tutti conosciuta. Essa è da tempo asse portante della storia di Montebelluna. Questo libro, seguito cartaceo e notevolmente allargato di un recente convegno dedicato all’origine e alla storia della città e del suo mercato, restituirà, io credo, le linee di un’identità cittadina e sociale finalmente compiute.
Perché la storia del vecchio mercato e del suo territorio appaiono il centro della nostra storia, almeno a partire da quando esso si teneva fuori e dentro le mura del mitico castello che conosciamo grazie alla celebre descrizione di Giovanni Bonifaccio? Perché il grande cammino del mercato chiama in causa istituzioni e normative, giurisdizioni e civiltà giuridiche, conflitti e complicità “politiche”, in definitiva la crescita civile e sociale di quella che i documenti hanno sempre definito la comunità di Santa Maria di Montebelluna. Perché, in definitiva, il mercato costituisce il lascito di una diversità e di una riconoscibilità comunitaria che ha cercato di sopravvivere alla distruzione di una rocca che aveva profondamente segnato il terreno e la sua sostanza storica.
Ciò che noi chiamiamo ora Montebelluna è stata in seguito e per secoli identificata con la “visione” non più difensiva ma segnaletica di Santa Maria in Colle e con il suo leggendario sito mercantile. Un luogo in cui i commerci e i traffici hanno determinato la nascita di una consapevolezza locale definita e siglata nelle rive del Marcà e nei gioghi dei suoi valloni. Rive e valloni un tempo intestati, si direbbe. Il pensiero va quindi alla riva del Gastaldo, di Gusella, di Miotto, di Dal Corno, della Canonica e del Predicatore, a quella del Burchiellati, dei Cadorin e dei Gandin, dei Brombale. Per non parlare di quelle del Bosco, della Groppa, di Biadene, di S. Anastasia e dei Galante, del Luoco di Berto, del Prato della Corte, dei toponimi indicanti le colture, le ortazze, i prati, sino al misterioso e orientale Luoco delle Porte, suggestivo richiamo in pieno Ottocento alla medioevale struttura difensiva e urbana, ennesimo indizio di una cinta tutta da scoprire.
Se, come ci capita, ripercorrere carte d’archivio significa disegnare i contorni gestionali, amministrativi ed economici di una comunità, nel caso di Mercato Vecchio significa stare nei pressi di un centro decisionale che, almeno sino ai decenni prima del trasporto, ha indubbiamente restituito i lineamenti anche al piano. Solo che, contrariamente all’indistinzione di un piano tutto appoderato e mosso unicamente dai poli delle ville e dalle consuetudini delle dinamiche rurali, far esperienza dei tratti del vecchio mercato significa ritrovare un pezzo di quella città che Montebelluna non riusciva a diventare.”
Illustrazioni: b/n
Con “Diario di un Sindaco”, l’autore ha voluto lasciare traccia dei suoi vent’anni in municipio, quindici dei quali come Primo Cittadino a Rocca Pietore, comune montano sulle Dolomiti bellunesi, convinto che una esperienza di vita così profonda debba essere trasmessa quale diretta testimonianza, utile per comprendere molte sfumature dell’attività amministrativa, spesso denigrata, criticata e il più delle volte, purtroppo disconosciuta. Gli accadimenti di cui il suo Comune, negli anni, è stato teatro, rappresentano perlopiù una “consueta ordinarietà” per tutti i municipi ma, in qualche caso, al contrario, il territorio è stato protagonista di vicende sicuramente eccezionali. Tutte queste particolarità riflettono con chiarezza un percorso di vita significativo, riportato qui in una sorta di diario temporale che racconta pagine di storia di uno dei tanti Sindaci che si cimentano con passione nel complicato lavoro di Amministratore Pubblico.
Andrea De Bernardin, nato e cresciuto ai piedi della Marmolada, sin da giovanissimo è appassionato di storia al punto da incentrare su di essa l’attività lavorativa e trarne ispirazione per diverse apprezzate pubblicazioni. Una fra tutte “La città di ghiaccio, guerra nelle viscere della montagna”, assieme al collega Michael Wachtler.
Un libro che descrive la vita e le avventure dell’ Ispettore Superiore Scelto del Corpo forestale dello Stato Nicola Pierotti, vicende meritevoli di essere vissute e degne di essere lette; strumento per comprendere un po’ meglio il mondo in cui viviamo. Nel volume sono descritte minuziosamente le indagini svolte durante la sua carriera, quali l’arresto del piromane dell’Isola del Giglio, del bracconiere che per poco non lo uccideva, i vari tentativi di corruzione e numerosi altri episodi. Un quadro di vita intensamente spesa per proteggere natura e animali da tutta quella gente “per male” quali inquinatori, trafficanti o bracconieri, ma anche superiori pavidi e politici senza vergogna. Libro da leggere fino in fondo.
Il volume è una raccolta di riflessioni e di parole, le parole della montagna che diventano pensieri. Sono le parole delle ALBE fatte di silenzi. Sono le parole della NOTTE che ha ceduto con discrezione i suoi segreti al VENTO. Sono le parole delle ACQUE che gorgogliano frale ombre di un BOSCO pieno d’incanto. Sono le parole delle ferite inferte dall’uomo ai Monti e che ora raccontano struggenti vicende di una GUERRA non troppo lontana. Sono le parole dell’INVERNO che sigilla la ROCCIA in uno scrigno di diamanti. Sono le parole delle NUVOLE, scialli leggeri dispiegati a coprire le spalle di giganti di pietra: le MONTAGNE.
L’autrice spiega di “aver cercato di fermare il suo tempo nei pensieri che ha raccolto nel lungo cammino che l’ha portata a frugare fra le pieghe di roccia, nei cupi canali, nella luce sfolgorante del sole, nella bandiera turchina del cielo. Un piccolo ricordo per farle pensare che vivere “quassù” non è mai vivere soli e che ogni parola è dono prezioso.
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