Informazioni aggiuntive
Peso | 2 kg |
---|---|
Dimensioni | 16,5 × 24 cm |
Autore | |
Anno | |
Formato | |
Pagine | |
EAN |
€45,00
Fin da tempi immemori, come ci ricorda Mario Rigoni Stern, i nostri pastori scendevano dai monti e dall’Altopiano per pascolare le loro greggi dal Mincio al Po, dal Piave all’Isonzo, camminando lungo direttici antiche che facevano e fanno dei luoghi degradati e dimenticati importanti spazi nutritivi.
Ancor oggi, anche se con maggior difficoltà, si ripercorrono direttrici storiche, le valli e gli alvei dei fiumi, i passi e le gole, con una continuità che fa, forse, della pastorizia un’ attività essenziale.
Ricordare e far vedere, come fa Adolfo Malacarne in questo bel volume, il duro lavoro dei pastori, le fatiche e le difficoltà negli alpeggi e nelle transumanze, crediamo sia importante per capire l’importanza di una attività che, muovendosi dentro la marginalità, permette di recuperare al meglio, in funzione anche ecologica, angoli importanti del nostro territorio.
Per cui, se da una parte queste foto servono a recuperare e rinsaldare la memoria di un passato che ci appartiene, dall’altro offrono uno spunto concreto per pensare ad una pastorizia capace di affrontare le dinamiche di un mondo che cambia, dove la pecora potrebbe diventare elemento insostituibile nel combattere il degrado della montagna e del suo abbandono.
Peso | 2 kg |
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Dimensioni | 16,5 × 24 cm |
Autore | |
Anno | |
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Fin da tempi immemori, come ci ricorda Mario Rigoni Stern, i nostri pastori scendevano dai monti e dall’Altopiano per pascolare le loro greggi dal Mincio al Po, dal Piave all’Isonzo, camminando lungo direttici antiche che facevano e fanno dei luoghi degradati e dimenticati importanti spazi nutritivi.
Ancor oggi, anche se con maggior difficoltà, si ripercorrono direttrici storiche, le valli e gli alvei dei fiumi, i passi e le gole, con una continuità che fa, forse, della pastorizia un’ attività essenziale.
Ricordare e far vedere, come fa Adolfo Malacarne in questo bel volume, il duro lavoro dei pastori, le fatiche e le difficoltà negli alpeggi e nelle transumanze, crediamo sia importante per capire l’importanza di una attività che, muovendosi dentro la marginalità, permette di recuperare al meglio, in funzione anche ecologica, angoli importanti del nostro territorio.
Per cui, se da una parte queste foto servono a recuperare e rinsaldare la memoria di un passato che ci appartiene, dall’altro offrono uno spunto concreto per pensare ad una pastorizia capace di affrontare le dinamiche di un mondo che cambia, dove la pecora potrebbe diventare elemento insostituibile nel combattere il degrado della montagna e del suo abbandono.
Con “Diario di un Sindaco”, l’autore ha voluto lasciare traccia dei suoi vent’anni in municipio, quindici dei quali come Primo Cittadino a Rocca Pietore, comune montano sulle Dolomiti bellunesi, convinto che una esperienza di vita così profonda debba essere trasmessa quale diretta testimonianza, utile per comprendere molte sfumature dell’attività amministrativa, spesso denigrata, criticata e il più delle volte, purtroppo disconosciuta. Gli accadimenti di cui il suo Comune, negli anni, è stato teatro, rappresentano perlopiù una “consueta ordinarietà” per tutti i municipi ma, in qualche caso, al contrario, il territorio è stato protagonista di vicende sicuramente eccezionali. Tutte queste particolarità riflettono con chiarezza un percorso di vita significativo, riportato qui in una sorta di diario temporale che racconta pagine di storia di uno dei tanti Sindaci che si cimentano con passione nel complicato lavoro di Amministratore Pubblico.
Andrea De Bernardin, nato e cresciuto ai piedi della Marmolada, sin da giovanissimo è appassionato di storia al punto da incentrare su di essa l’attività lavorativa e trarne ispirazione per diverse apprezzate pubblicazioni. Una fra tutte “La città di ghiaccio, guerra nelle viscere della montagna”, assieme al collega Michael Wachtler.
Un libro che descrive la vita e le avventure dell’ Ispettore Superiore Scelto del Corpo forestale dello Stato Nicola Pierotti, vicende meritevoli di essere vissute e degne di essere lette; strumento per comprendere un po’ meglio il mondo in cui viviamo. Nel volume sono descritte minuziosamente le indagini svolte durante la sua carriera, quali l’arresto del piromane dell’Isola del Giglio, del bracconiere che per poco non lo uccideva, i vari tentativi di corruzione e numerosi altri episodi. Un quadro di vita intensamente spesa per proteggere natura e animali da tutta quella gente “per male” quali inquinatori, trafficanti o bracconieri, ma anche superiori pavidi e politici senza vergogna. Libro da leggere fino in fondo.
Il volume è una raccolta di riflessioni e di parole, le parole della montagna che diventano pensieri. Sono le parole delle ALBE fatte di silenzi. Sono le parole della NOTTE che ha ceduto con discrezione i suoi segreti al VENTO. Sono le parole delle ACQUE che gorgogliano frale ombre di un BOSCO pieno d’incanto. Sono le parole delle ferite inferte dall’uomo ai Monti e che ora raccontano struggenti vicende di una GUERRA non troppo lontana. Sono le parole dell’INVERNO che sigilla la ROCCIA in uno scrigno di diamanti. Sono le parole delle NUVOLE, scialli leggeri dispiegati a coprire le spalle di giganti di pietra: le MONTAGNE.
L’autrice spiega di “aver cercato di fermare il suo tempo nei pensieri che ha raccolto nel lungo cammino che l’ha portata a frugare fra le pieghe di roccia, nei cupi canali, nella luce sfolgorante del sole, nella bandiera turchina del cielo. Un piccolo ricordo per farle pensare che vivere “quassù” non è mai vivere soli e che ogni parola è dono prezioso.
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