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Dimensions | 16,5 × 23,5 cm |
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Autore | |
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Collana |
€8,50
La Grande Guerra sulle Dolomiti raccontata attraverso l’archivio di immagini inedite del maggiore medico Ugo Cerletti: un repertorio di oltre 200 spettacolari fotografie che per la prima volta vengono rese accessibili al grande pubblico con questo libro.
Dimensions | 16,5 × 23,5 cm |
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La Grande Guerra sulle Dolomiti raccontata attraverso l’archivio di immagini inedite del maggiore medico Ugo Cerletti: un repertorio di oltre 200 spettacolari fotografie che per la prima volta vengono rese accessibili al grande pubblico con questo libro. Gli autori sono Giovanni De Dona, Bruno Marcuzzo e Walter Musizza che, grazie alla disponibilità della figlia di Cerletti, Margherita, aprono una pagina ignota di storia.
Il dottor Ugo Cerletti (1877 – 1963), figlio di quel Giovanni Battista che nel 1876 aveva fondato la prima scuola italiana di enologia e viticoltura a Conegliano, è divenuto famoso soprattutto per le sue scoperte nel campo della neurologia e psichiatria. Un contributo il suo al progresso certo non scevro di polemiche e di contestazioni, legate soprattutto all’applicazione del tanto discusso “elettroshock” nella cura di alcune malattie nervose, ma comunque importante e decisivo nella storia della medicina, tanto da fargli rasentare la candidatura al Premio Nobel.
Prima ancora di dedicarsi allo studio del cervello umano, egli legò però il suo nome alla Grande Guerra, durante la quale fu prima Capitano e poi Maggiore Medico sul fronte dell’Adamello e sulle Dolomiti d’Auronzo.
La guerra fu per lui esperienza preziosa di vita e di lavoro, com’era logico in un giovane uomo ricco di intelligenza, acume e fantasia, chiamato ad applicare i dettami fino allora appresi della scienza medica sull’arduo tavolo degli ospedali del fronte e delle retrovie. Ma la vita a contatto delle armi e della lotta seppe sollecitare ed incanalare la sua genialità anche verso strade diverse ed inopinate, addirittura paradossali, facendo di lui, seppur solo per una parentesi di vita, un vero inventore di strumenti bellici, il “padre” della spoletta a scoppio differito.
Questo libro vuole essere il racconto del primo capitolo di siffatta singolare avventura, quello ambientato nei boschi e sulle crode del Cadore, con i primi esperimenti effettuati e la realizzazione dei primi prototipi, tra luglio 1916 e gennaio 1917, nel periodo precedente alla sua discesa a Roma per la messa a punto del dispositivo presso i laboratori dell’Ispettorato dell’Artiglieria.
Ciò è stato possibile attingendo non solo al diario dello stesso Cerletti, pubblicato postumo a cura della famiglia, ma pure ad un’ulteriore sua dote rimasta finora poco nota, ovvero alla sua passione per la fotografia, che lo portò ad immortalare in centinaia di scatti vari aspetti e personaggi della vita al fronte, all’ombra delle più belle montagne di Auronzo e del Comelico.
Ne esce così un inaspettato compendio di esperienze strettamente personali e di emozioni collettive, in cui la memoria scritta e l’immagine rubata alla contingenza bellica e sociale si fondono ineffabilmente sullo sfondo delle nostre Dolomiti.
Uno scorcio di storia colto da una singolare prospettiva, per ricordarci un uomo eccezionale, certo, ma anche le tante cose cambiate in 100 anni in tanti paesi delle nostre Dolomiti e – soprattutto – l’immutata bellezza di quello che fu il teatro in cui si esplicò allora il genio di uno e la lotta di centomila.
Dall’introduzione di Camila Dalmas e Giocondina Toigo – dal sogno alla speranza di un mondo migliore – questi racconti ci conducono in un viaggio avventuroso, ricco di belle sorprese e simpatici personaggi: il piccolo usignolo nella gabbia dorata, il coniglio, la mucca Giulietta, i pesciolini… frutto della vivace immaginazione di Michele e ci portano con la fantasia in universi lontani, in ambienti sperduti. Tutti i racconti hanno un comune filo conduttore: il desiderio di scoprire la chiave per un mondo più giusto, libero e armonioso.
Michele Barat nasce a Feltre 41 anni fa. Da 25 anni convive con un inquilino scomodo – la sclerosi multipla progressiva. Questo ospite indesiderato, tuttavia, pur limitandolo nella sua quotidianità, non gli impedisce di viaggiare con la fantasia e di creare mondi perfetti.
Il libro è stato prodotto interamente dall’autore e su sua espressa volontà parte del ricavato dalla vendita sarà devoluto ad una associazione no profit.
L’autore ci illumina su come la sinistra democratica italiana si sia distinta per la sua straordinaria capacità di manipolare la storia con una furbizia degna dei migliori illusionisti, il tutto condito con un buonismo onirico e irreale che fa sembrare le favole dei racconti realistici. Ma non è tutto: con la sua manifesta incapacità di affrontare i problemi reali del nostro tempo e la sua presunzione di essere il “modello umano superiore”, la sinistra si sta allontanando sempre di più dal sentire comune della gente, rischiando di rimanere isolata nella sua torre d’avorio. Inoltre l’autore, evidenzia la sconfitta economica, militare e ideologica dell’Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale all’interno della scacchiera internazionale delle grandi potenze.
Il libro è stato auto prodotto dall’autore Gianni Sagrillo di 67 anni, bibliotecario presso la Comunità Montana Feltrina per quattro anni. Ha ideato trasmissioni musicali (sulla storia del blues e del jazz) per varie radio private, oltre ad essere un appassionato di storia, l’autore ama la musica e suona il pianoforte. Vive a Feltre, in provincia di Belluno.
Fino alla metà del secolo scorso, nella società italiana le donne furono considerate inferiori all’uomo non solo per forza fisica, ma anche per capacità intellettuali e per doti artistiche; furono pagate, pure a parità di occupazione, meno dell’uomo e per lo più relegate a compiere i lavori domestici; furono impossibilitate ad intervenire nella gestione della cosa pubblica, non godendo di diritti elettorali attivi, né tanto meno passivi.
Forse una delle più significative tappe verso l’emancipazione fu l’accurata e approfondita ricerca sulla situazione femminile nei vari Paesi occidentali e nelle diverse epoche storiche, compiuta e diretta dagli studiosi francesi Georges Duby e Michelle Perrot. La storia delle donne, edita nell’ultimo decennio del secolo scorso da Giuseppe Laterza, fu un’opera pioneristica che suscitò un enorme interesse in Italia e nel mondo.
Dall’intendimento di proporre una riflessione sulla specifica situazione della donna bellunese nelle epoche passate nasce il libro Donne bellunesi dal secolo XV al 1950, dove, oltre ad analizzare leggi e norme legislative, si descrivono costumi, vicende e condizioni di vita di nobili e di popolane, di mogli e di vedove, di figlie e di madri, di streghe e di prostitute, di emigranti e di viaggiatrici, di benefattrici e di anfitrioni, di artiste e di letterate, di massere e di docenti, di suore e di imprenditrici, di levatrici e di alpiniste, di donne oggetto di violenza e di omicide, di sante e di contrabbandiere. Mentre per alcune persone l’autrice ha riportato il puro e semplice nome, per altre ha tracciato dei ritratti a tutto tondo in cui ha evidenziato vicende, caratteristiche, capacità, aspirazioni e doti.
Per la stesura di questo libro, riguardante l’intera provincia di Belluno, sono state consultate molte opere edite, ma anche numerosi documenti d’archivio ancora inediti, privilegiando soprattutto l’Archivio di Stato di Belluno e, a titolo esemplificativo, alcuni archivi parrocchiali o comunali
Miriam Curti ha sempre avuto un occhio di riguardo per le problematiche locali e ha pubblicato numerosi articoli e saggi su giornali e riviste. Alcuni dei suoi libri più significativi , scritti in collaborazione con altri studiosi o frutto solo del suo lavoro sono “Stemmi e antiche famiglie di Mel (2012)”, “Famiglie nobili di Belluno (2015)”, “Notizie da Mel 1919-1963 (2018)”, “Famiglie cittadinesche di Belluno (2020)”, “Notizie da Borgo Valbelluna (2022)”.
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