Informazioni aggiuntive
Dimensioni | 15 × 21 cm |
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€15,50
Esaurito
In questo libro vengono ricostruiti e documentati i due piani della realtà e del mito sui quali corre parallela l’esperienza della guerra; si evidenziano così aspettative e delusioni, entusiasmi e rifiuti, timori e speranze, meccanismi psicologici e comportamentali che la guerra attivò nella piccola minoranza di confine rappresentata dai ladini dolomitici, contesi fra i due mondi italiano e tedesco, e la cui volontà rimase così spesso inascoltata nel corso del Novecento.
Dimensioni | 15 × 21 cm |
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La grande guerra significò per i ladini dolomitici il chiudersi di un’epoca: dal 1918 si datano la non desiderata annessione all’Italia, la nostalgia del legame tradizionale definitivamente infranto con il mondo asburgico, il rafforzarsi del sentimento della “ladinità”, le prime richieste di autonomia. Perciò la guerra 1914-1918 assurse a mito nella coscienza e nel ricordo popolare: essa fu interiorizzata come estrema ed inutile difesa della propria comunità minacciata dall’invasore proveniente da sud. Ma se la figura del combattente ladino-tirolese emerge spesso idealizzata nelle memorie postume, è rimasto però vivo anche il ricordo dell’altrettanto inutile sofferenza patita: esodo di profughi, internamenti, accuse e sospetti, fame e stenti accomunano i ladini agi altri popoli europei coinvolti nel conflitto. In questo libro vengono ricostruiti e documentati i due piani della realtà e del mito sui quali corre parallela l’esperienza della guerra; si evidenziano così aspettative e delusioni, entusiasmi e rifiuti, timori e speranze, meccanismi psicologici e comportamentali che la guerra attivò in questa piccola minoranza di confine contesa fra i due mondi italiano e tedesco, e la cui volontà rimase così spesso inascoltata nel corso del Novecento.
Questa non è una guida, questa non è una mappa, questo non è un libro. E’ la traduzione in testi, immagini e dati della magnifica traversata del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi editati da un gruppo di appassionati che le vivono, le percorrono e le amano.
Progetto nato dalla collaborazione tra il Club Alpino Italiano sezioni di Agordo, Belluno, Feltre, Longarone, Oderzo e Val di Zoldo e il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi
Dopo la versione italiana del volume andata esaurita, Verica propone anche la versione in inglese per poter raggiungere ancora più lettori. Di qualsiasi lingua, di qualsiasi etnia o colore tutti abbiamo bisogno di un porto sicuro.
Affresco di un epoca ed odissea di una famiglia, come tante, attraverso le tappe di un viaggio tra ricordi, sacrifici e rinunce per cercare, ognuno a modo suo, un posto da chiamare casa.
Quando si diffuse nell’ottobre del 1917 la notizia della rotta di Caporetto, anche tra le genti nel Bellunese sorse il panico per una imminente invasione dell’esercito austro-tedesco. Purtroppo quella non rimase solo una sensazione, poichè nei primi giorni di novembre, le truppe si insediarono nelle vallate e per la prima volta i Bellunesi si trovarono la guerra letteralmente in casa.
Gianni Viel crede fortemente che il terreno teatro di questa battaglia, trattenga segni e tracce visibili di quanto i nostri predecessori hanno subito in quei giorni tragici. Lo stesso recupera materiali, ma pulisce anche i luoghi dalla vegetazione infestante e posiziona tabelle indicative per chi volesse avventurarsi in quei luoghi.
L’incontro con Giorgio Tosato ha permesso di contestualizzare l’argomento anche da un punto di vista storico grazie all’utilizzo di materiali documentali e la capacità narrativa dello stesso autore di molti libri sulla Grande Guerra
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