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Weight | 0,460 kg |
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Dimensions | 17 × 24 cm |
Autore | |
Anno | |
Formato | |
Pagine |
€15,30
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Grande Guerra – Il Forte di Col Vidal con le altre difese della stretta di Tre Ponti. Forti, postazioni, ricoveri e strade di Col Vidal, Col dei Buoi, Col Cervera, Sopra Crepa, Ciareido, Ciavallon, Sepolture, Pocroda, Croda Bassa, Colli di Villagrande e Villapiccola, Col Burgion, Croda di Grazioso, Croda di Paterna, Val Campiviei, Colli di Vigo.
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Forti, postazioni, ricoveri e strade di Col Vidal, Col dei Buoi, Col Cervera, Sopra Crepa, Ciareido, Ciavallon, Sepolture, Pocroda, Croda Bassa, Colli di Villagrande e Villapiccola, Col Burgion, Croda di Grazioso, Croda di Paterna, Val Campiviei, Colli di Vigo.
Scrivono gli autori nella prefazione:
A differenza dei forti di Monte Rite e di Monte Tudaio, ideati e costruiti su cime aspre ed aggettanti e perciò già di primo acchito maestosi ed appariscenti, quello di Col Vidal, leggermente più basso, certo non catalizza subito lo sguardo e l’attenzione immerso come è nel verde trionfante di boschi e pascoli senza fine. Tutto il Pian dei Buoi si presenta infatti come un’ampia ed ondulata discesa, caratterizzata da colli ed avvallamenti in armonica scansione, digradanti dolcemente verso nord fino a spegnersi nel più sfumato e dissolto scenario della Val Ansiei. Qui quel che più colpisce è il singolare contrasto tra la pacata flemma del contesto naturale ed umano e l’involuta ed agitata determinazione dello stratega che su di esso ha voluto innestare la sua teoria e la sua prassi fortificatoria.
Strade e sentieri, trincee e baracche, scavi e terrapieni di ogni tipo e per ogni scopo finirono collo stendere sull’intero altopiano una pesante cappa di servitù e danneggiamenti, sgranando intorno al forte un rosario di difese tortuoso ed incredibile. Ma è anzitutto la batteria del Vidal, con la sua impressionante catasta di lastre cementizie deflagrate, a sottolineare l’ennesima inanità umana e storica proprio di fronte a quel Monte Tudaio che negli stessi anni e coi medesimi presupposti celebrò identici miti di resistenza ad oltranza e condivise poi, da conforme germano, l’agra sorte del fallimento assoluto, dei soldati come dei mezzi.
Il volume è il IV della collana “Le fortificazioni del Cadore (1904 – 1918). E’ impreziosito da foto b/n d’epoca.
Dall’introduzione di Camila Dalmas e Giocondina Toigo – dal sogno alla speranza di un mondo migliore – questi racconti ci conducono in un viaggio avventuroso, ricco di belle sorprese e simpatici personaggi: il piccolo usignolo nella gabbia dorata, il coniglio, la mucca Giulietta, i pesciolini… frutto della vivace immaginazione di Michele e ci portano con la fantasia in universi lontani, in ambienti sperduti. Tutti i racconti hanno un comune filo conduttore: il desiderio di scoprire la chiave per un mondo più giusto, libero e armonioso.
Michele Barat nasce a Feltre 41 anni fa. Da 25 anni convive con un inquilino scomodo – la sclerosi multipla progressiva. Questo ospite indesiderato, tuttavia, pur limitandolo nella sua quotidianità, non gli impedisce di viaggiare con la fantasia e di creare mondi perfetti.
Il libro è stato prodotto interamente dall’autore e su sua espressa volontà parte del ricavato dalla vendita sarà devoluto ad una associazione no profit.
L’autore ci illumina su come la sinistra democratica italiana si sia distinta per la sua straordinaria capacità di manipolare la storia con una furbizia degna dei migliori illusionisti, il tutto condito con un buonismo onirico e irreale che fa sembrare le favole dei racconti realistici. Ma non è tutto: con la sua manifesta incapacità di affrontare i problemi reali del nostro tempo e la sua presunzione di essere il “modello umano superiore”, la sinistra si sta allontanando sempre di più dal sentire comune della gente, rischiando di rimanere isolata nella sua torre d’avorio. Inoltre l’autore, evidenzia la sconfitta economica, militare e ideologica dell’Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale all’interno della scacchiera internazionale delle grandi potenze.
Il libro è stato auto prodotto dall’autore Gianni Sagrillo di 67 anni, bibliotecario presso la Comunità Montana Feltrina per quattro anni. Ha ideato trasmissioni musicali (sulla storia del blues e del jazz) per varie radio private, oltre ad essere un appassionato di storia, l’autore ama la musica e suona il pianoforte. Vive a Feltre, in provincia di Belluno.
Fino alla metà del secolo scorso, nella società italiana le donne furono considerate inferiori all’uomo non solo per forza fisica, ma anche per capacità intellettuali e per doti artistiche; furono pagate, pure a parità di occupazione, meno dell’uomo e per lo più relegate a compiere i lavori domestici; furono impossibilitate ad intervenire nella gestione della cosa pubblica, non godendo di diritti elettorali attivi, né tanto meno passivi.
Forse una delle più significative tappe verso l’emancipazione fu l’accurata e approfondita ricerca sulla situazione femminile nei vari Paesi occidentali e nelle diverse epoche storiche, compiuta e diretta dagli studiosi francesi Georges Duby e Michelle Perrot. La storia delle donne, edita nell’ultimo decennio del secolo scorso da Giuseppe Laterza, fu un’opera pioneristica che suscitò un enorme interesse in Italia e nel mondo.
Dall’intendimento di proporre una riflessione sulla specifica situazione della donna bellunese nelle epoche passate nasce il libro Donne bellunesi dal secolo XV al 1950, dove, oltre ad analizzare leggi e norme legislative, si descrivono costumi, vicende e condizioni di vita di nobili e di popolane, di mogli e di vedove, di figlie e di madri, di streghe e di prostitute, di emigranti e di viaggiatrici, di benefattrici e di anfitrioni, di artiste e di letterate, di massere e di docenti, di suore e di imprenditrici, di levatrici e di alpiniste, di donne oggetto di violenza e di omicide, di sante e di contrabbandiere. Mentre per alcune persone l’autrice ha riportato il puro e semplice nome, per altre ha tracciato dei ritratti a tutto tondo in cui ha evidenziato vicende, caratteristiche, capacità, aspirazioni e doti.
Per la stesura di questo libro, riguardante l’intera provincia di Belluno, sono state consultate molte opere edite, ma anche numerosi documenti d’archivio ancora inediti, privilegiando soprattutto l’Archivio di Stato di Belluno e, a titolo esemplificativo, alcuni archivi parrocchiali o comunali
Miriam Curti ha sempre avuto un occhio di riguardo per le problematiche locali e ha pubblicato numerosi articoli e saggi su giornali e riviste. Alcuni dei suoi libri più significativi , scritti in collaborazione con altri studiosi o frutto solo del suo lavoro sono “Stemmi e antiche famiglie di Mel (2012)”, “Famiglie nobili di Belluno (2015)”, “Notizie da Mel 1919-1963 (2018)”, “Famiglie cittadinesche di Belluno (2020)”, “Notizie da Borgo Valbelluna (2022)”.
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