Informazioni aggiuntive
Peso | 0,222 kg |
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Dimensioni | 12,5 × 21 cm |
Autore | |
Anno | |
Formato | |
Pagine | |
EAN |
€12,75
Centocinquanta pagine che legano insieme i fili sottilissimi dei documenti (pochi, avari e restii a farsi trovare facilmente) rintracciati per i quattro cantoni e che ricostruiscono l’ordito di una parte di storia che, è vero, sarà anche micro. Ma, come si sa, anche le storie micro fanno parte di quella macro: e, a volte, ne vengono anche tirate dentro per il coppino, al punto da diventare macro loro stesse.
Peso | 0,222 kg |
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Dimensioni | 12,5 × 21 cm |
Autore | |
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EAN |
Uno scarto di bottega. Ebrei storia.
“Prendiamo una città nella quale – causa incendio – siano andati distrutti tutti i documenti precedenti al XVI secolo. Poi prendiamo una comunità dalla storia complicata: ricca, dunque capace di attirare invidie, e costretta a cambiamenti rapidi. Infine ci serve una testa. Un cervello, che abbia già dato prova di pazienza, di osservazione certosina e di attitudine alle imprese complicate. Perché l’impresa in questione, è chiaro, non può che essere una: l’indagine sulla vita di questa comunità tormentata, nella famosa città di cui s’è detto, ma negli anni precedenti l’incendio. Ovvero: lì dove i libri di storia hanno al massimo una pagina bianca, non conservano memoria alcuna. Insomma: non sono (ancora) stati scritti. Ecco: se alla città mettiamo il nome di Feltre; se chiamiamo ebrei i membri della comunità; e se al cervello sottile diamo la penna, e la faccia, di Matteo Melchiorre, non si tratta altro che di aspettare. Poi (e poi vuol dire: una decina di anni dopo, tra studi presi e ripresi a più mandate) viene fuori un libro.
Centocinquanta pagine che legano insieme i fili sottilissimi dei documenti (pochi, avari e restii a farsi trovare facilmente) rintracciati per i quattro cantoni e che ricostruiscono l’ordito di una parte di storia che, è vero, sarà anche micro. Ma, come si sa, anche le storie micro fanno parte di quella macro: e, a volte, ne vengono anche tirate dentro per il coppino, al punto da diventare macro loro stesse. “Ebrei a Feltre nel Quattrocento”, edito da Famiglia Feltrina nella collana “Studi e ricerche”, è proprio questo: un libro che passeggia sul crinale di micro e macro storia dalla prima all’ultima pagina, restituendo i testi al contesto, il particolare al generale, e illuminato sempre da una scrittura limpida, chiara e coinvolgente. Niente polvere, niente barbe lunghe: questo è un lavoro di ricerca, di ostinazione e (bisogna dirlo) di amore. Solo un affetto profondo per la propria terra riesce infatti a sostenere dieci anni di caccia silenziosa tra i faldoni degli archivi di Feltre, Belluno, Treviso, Venezia.
Un lavoro di setaccio a metà tra la perizia dei cercatori di pepite d’oro e l’analisi comparativa e deduttiva della lente di Sherlock Holmes. Le carte, si diceva, non sono state particolarmente ciarliere sulla materia. Eppure, a furia di scandagliare, il libro di Matteo Melchiorre è riuscito a restituire nomi, parentele, sistemi di prestito, movimenti da e per Feltre, e persino diatribe, furberie, miserie, necessità della società feltrina del Quattrocento, alle prese con Venezia, con il passaggio dei predicatori, con svariate epidemie di peste. Il primo merito di questo volume è di sicuro quello di aver attestato una presenza ebraica di quindicesimo secolo lì dove prima non se ne sapeva nulla, rendendo fruibili i contenuti di alcuni documenti inediti. Riprendono corpo e memoria, così, le figure dei prestatori autorizzati dalla Serenissima: Leone di Anzelino da Feltre, magister Salomon, Josep di Josep di Augusta. Tre famiglie: due di origine askenazita, dunque germanica, e una probabilmente sefardita, quindi spagnola. Siamo sicuramente lontani dai numeri della presenza ebraica coeva in città come Treviso, o Padova. Non siamo, afferma lo storico, nemmeno davanti alle cifre di una comunità minima che si possa considerare come tale. Tuttavia, lo studio di Matteo Melchiorre permette di riflettere sulle condizioni del territorio e dell’economia feltrina quattrocentesca proprio nel controcampo provocato dalle notizie sull’attività feneratizia in atto in questo periodo.
Sullo sfondo, pronta a guadagnarsi terreno dalla metà del secolo in poi, tutta la questione sociale legata alla presenza ebraica: integrazione, non integrazione, diffidenza, persecuzione ruotano intorno alle incursioni dei predicatori, alla presenza di Bernardino da Feltre, alle necessità di pagamento di Venezia, ai processi terribili della vicina Trento. Insomma: non fatevi ingannare. Matteo Melchiorre lo chiamerà anche “uno scarto di bottega”, questo lavoro, nato parallelamente ai suoi studi su Bernardino da Feltre e confluiti, un anno fa, nel saggio “A un cenno del suo dito”. Ma è uno scarto di una bottega assai quotata. Come una miniatura: che vale la pena osservare da molto, molto vicino”.
Michela Fregona in Corriere delle Alpi, 12 agosto 2012
Edizioni Famiglia Feltrina
Indice
7 Abbreviazioni
Capitolo primo
9 L’insediamento ebraico di Feltre nella prima metà
del Quattrocento (1404-1447)
14 1. Ebrei e cambi di dominio. Leone di Anzelino
da Feltre (1404-1420)
21 2. Magister Salomon (1420-1429) e lo statuto dei
notai (1425)
28 3. L’askenazita contestato. Josep di Josep da
Augusta (1429-1447)
40 4. Aspetti generali dell’insediamento ebraico di
Feltre nella prima metà del Quattrocento
Capitolo secondo
49 Gli ebrei a Feltre nella seconda metà del
Quattrocento (1447-1485)
50 1. Cos’è accaduto a metà Quattrocento?
58 2. L’ambasceria antiebraica di Donato
Tomitano a Venezia
61 3. Ebrei di Feltre nei processi contro gli ebrei
di Trento (1475)
73 4. Mobilità e famiglie ebraiche. Abraham da
Feltre e «dona Tarsia»
78 5. La «apoteca» di Bonomo ebreo (Feltre, 1485)
Capitolo terzo
83 Da una città a una contea. La fine
dell’insediamento ebraico feltrino (1485-1492)
83 1. Tra spegnimento ed espulsione
87 2. Le prediche di Bernardino da Feltre (1492)
e la contea di Cesana
99 3. Una storia chiusa
Capitolo quarto
101 L’ultimo ebreo (1509-1510)
102 1. «Questa infelice cità combusta»
104 2. Il frumento del Fondaco e Benedetto ebreo
(1509-1517)
Post scriptum
115 Forza di una profezia (1589)
119 Appendici
127 Bibliografia
Con “Diario di un Sindaco”, l’autore ha voluto lasciare traccia dei suoi vent’anni in municipio, quindici dei quali come Primo Cittadino a Rocca Pietore, comune montano sulle Dolomiti bellunesi, convinto che una esperienza di vita così profonda debba essere trasmessa quale diretta testimonianza, utile per comprendere molte sfumature dell’attività amministrativa, spesso denigrata, criticata e il più delle volte, purtroppo disconosciuta. Gli accadimenti di cui il suo Comune, negli anni, è stato teatro, rappresentano perlopiù una “consueta ordinarietà” per tutti i municipi ma, in qualche caso, al contrario, il territorio è stato protagonista di vicende sicuramente eccezionali. Tutte queste particolarità riflettono con chiarezza un percorso di vita significativo, riportato qui in una sorta di diario temporale che racconta pagine di storia di uno dei tanti Sindaci che si cimentano con passione nel complicato lavoro di Amministratore Pubblico.
Andrea De Bernardin, nato e cresciuto ai piedi della Marmolada, sin da giovanissimo è appassionato di storia al punto da incentrare su di essa l’attività lavorativa e trarne ispirazione per diverse apprezzate pubblicazioni. Una fra tutte “La città di ghiaccio, guerra nelle viscere della montagna”, assieme al collega Michael Wachtler.
Un libro che descrive la vita e le avventure dell’ Ispettore Superiore Scelto del Corpo forestale dello Stato Nicola Pierotti, vicende meritevoli di essere vissute e degne di essere lette; strumento per comprendere un po’ meglio il mondo in cui viviamo. Nel volume sono descritte minuziosamente le indagini svolte durante la sua carriera, quali l’arresto del piromane dell’Isola del Giglio, del bracconiere che per poco non lo uccideva, i vari tentativi di corruzione e numerosi altri episodi. Un quadro di vita intensamente spesa per proteggere natura e animali da tutta quella gente “per male” quali inquinatori, trafficanti o bracconieri, ma anche superiori pavidi e politici senza vergogna. Libro da leggere fino in fondo.
Il volume è una raccolta di riflessioni e di parole, le parole della montagna che diventano pensieri. Sono le parole delle ALBE fatte di silenzi. Sono le parole della NOTTE che ha ceduto con discrezione i suoi segreti al VENTO. Sono le parole delle ACQUE che gorgogliano frale ombre di un BOSCO pieno d’incanto. Sono le parole delle ferite inferte dall’uomo ai Monti e che ora raccontano struggenti vicende di una GUERRA non troppo lontana. Sono le parole dell’INVERNO che sigilla la ROCCIA in uno scrigno di diamanti. Sono le parole delle NUVOLE, scialli leggeri dispiegati a coprire le spalle di giganti di pietra: le MONTAGNE.
L’autrice spiega di “aver cercato di fermare il suo tempo nei pensieri che ha raccolto nel lungo cammino che l’ha portata a frugare fra le pieghe di roccia, nei cupi canali, nella luce sfolgorante del sole, nella bandiera turchina del cielo. Un piccolo ricordo per farle pensare che vivere “quassù” non è mai vivere soli e che ogni parola è dono prezioso.
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