Additional information
Weight | 0,735 kg |
---|---|
Dimensions | 21 × 26,5 cm |
Autore | |
Anno | |
Formato | |
Pagine | |
EAN |
€17,55
Seconda edizione del fondamentale studio che Alberto Alpago Novello dedicò alla via aperta da Druso Claudio “Germanico”, generale di Augusto, intorno al 15 a.c. ai tempi della conquista della Rezia e della Vindelicia.
Nella prefazione a questa seconda edizione si legge: ” un’arteria fondamentale, di vitale importanza strategica e logistica. Questa fu la via Claudia Augusta. Ciò nonostante, pur frequentata per secoli, il suo nome fu dimenticato. La prima testimonianza certa di questa via venne alla luce nel 1552 con il ritrovamento del cippo di rablà. ma la cosa destò l’interesse scientifico solo nel 1786 quando, a Cesio, fu rinvenuto il secondo e più completo cippo commemorativo.
Congiungere i due cippi e le due estremità note fu un autentico “rebus” che infervorò generazioni di studiosi. Fattori diversi contribuirono a rendere estremamente ardua l’impresa; basti ricordare il carattere militare della via, la complessa conformazione del territorio che attraversava, la rete di strade che si sovrappose, intersecò e sostituì fin dai primi secoli dell’era cristiana la primitiva opera di Druso portata a compimento da figlio, l’imperatore Claudio.
Alberto Alpago Novello dedicò alla identificazione del solo tratto da Altino a Maia (l’odierna Merano) oltre trent’anni di ricerche. Un lavoro minuzioso nato dall’analisi delle numerose fonti storiche, archeologiche, toponomastiche e dallo studio attento delle carte, le più antiche che gli riuscì di trovare. Tutto verificato poi, ad ogni successiva fase, con ripetute, rigorose ricognizioni sul terreno”.
“Questa strada – conclude Budel – in cui affondano le proprie radici cinque regioni di tre diverse nazioni, a buon diritto può essere considerata un luogo della memoria: un monumento vivo della storia comune della nuova Europa”.
Weight | 0,735 kg |
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Dimensions | 21 × 26,5 cm |
Autore | |
Anno | |
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EAN |
Seconda edizione del fondamentale studio che Alberto Alpago Novello dedicò alla via aperta da Druso Claudio “Germanico”, generale di Augusto, intorno al 15 a.c. ai tempi della conquista della Rezia e della Vindelicia.
Nella prefazione a questa seconda edizione si legge: ” un’arteria fondamentale, di vitale importanza strategica e logistica. Questa fu la via Claudia Augusta. Ciò nonostante, pur frequentata per secoli, il suo nome fu dimenticato. La prima testimonianza certa di questa via venne alla luce nel 1552 con il ritrovamento del cippo di rablà. ma la cosa destò l’interesse scientifico solo nel 1786 quando, a Cesio, fu rinvenuto il secondo e più completo cippo commemorativo.
Congiungere i due cippi e le due estremità note fu un autentico “rebus” che infervorò generazioni di studiosi. Fattori diversi contribuirono a rendere estremamente ardua l’impresa; basti ricordare il carattere militare della via, la complessa conformazione del territorio che attraversava, la rete di strade che si sovrappose, intersecò e sostituì fin dai primi secoli dell’era cristiana la primitiva opera di Druso portata a compimento da figlio, l’imperatore Claudio.
Alberto Alpago Novello dedicò alla identificazione del solo tratto da Altino a Maia (l’odierna Merano) oltre trent’anni di ricerche. Un lavoro minuzioso nato dall’analisi delle numerose fonti storiche, archeologiche, toponomastiche e dallo studio attento delle carte, le più antiche che gli riuscì di trovare. Tutto verificato poi, ad ogni successiva fase, con ripetute, rigorose ricognizioni sul terreno”.
“Questa strada in cui affondano le proprie radici cinque regioni di tre diverse nazioni, a buon diritto può essere considerata un luogo della memoria: un monumento vivo della storia comune della nuova Europa”.
Dall’introduzione di Camila Dalmas e Giocondina Toigo – dal sogno alla speranza di un mondo migliore – questi racconti ci conducono in un viaggio avventuroso, ricco di belle sorprese e simpatici personaggi: il piccolo usignolo nella gabbia dorata, il coniglio, la mucca Giulietta, i pesciolini… frutto della vivace immaginazione di Michele e ci portano con la fantasia in universi lontani, in ambienti sperduti. Tutti i racconti hanno un comune filo conduttore: il desiderio di scoprire la chiave per un mondo più giusto, libero e armonioso.
Michele Barat nasce a Feltre 41 anni fa. Da 25 anni convive con un inquilino scomodo – la sclerosi multipla progressiva. Questo ospite indesiderato, tuttavia, pur limitandolo nella sua quotidianità, non gli impedisce di viaggiare con la fantasia e di creare mondi perfetti.
Il libro è stato prodotto interamente dall’autore e su sua espressa volontà parte del ricavato dalla vendita sarà devoluto ad una associazione no profit.
L’autore ci illumina su come la sinistra democratica italiana si sia distinta per la sua straordinaria capacità di manipolare la storia con una furbizia degna dei migliori illusionisti, il tutto condito con un buonismo onirico e irreale che fa sembrare le favole dei racconti realistici. Ma non è tutto: con la sua manifesta incapacità di affrontare i problemi reali del nostro tempo e la sua presunzione di essere il “modello umano superiore”, la sinistra si sta allontanando sempre di più dal sentire comune della gente, rischiando di rimanere isolata nella sua torre d’avorio. Inoltre l’autore, evidenzia la sconfitta economica, militare e ideologica dell’Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale all’interno della scacchiera internazionale delle grandi potenze.
Il libro è stato auto prodotto dall’autore Gianni Sagrillo di 67 anni, bibliotecario presso la Comunità Montana Feltrina per quattro anni. Ha ideato trasmissioni musicali (sulla storia del blues e del jazz) per varie radio private, oltre ad essere un appassionato di storia, l’autore ama la musica e suona il pianoforte. Vive a Feltre, in provincia di Belluno.
Fino alla metà del secolo scorso, nella società italiana le donne furono considerate inferiori all’uomo non solo per forza fisica, ma anche per capacità intellettuali e per doti artistiche; furono pagate, pure a parità di occupazione, meno dell’uomo e per lo più relegate a compiere i lavori domestici; furono impossibilitate ad intervenire nella gestione della cosa pubblica, non godendo di diritti elettorali attivi, né tanto meno passivi.
Forse una delle più significative tappe verso l’emancipazione fu l’accurata e approfondita ricerca sulla situazione femminile nei vari Paesi occidentali e nelle diverse epoche storiche, compiuta e diretta dagli studiosi francesi Georges Duby e Michelle Perrot. La storia delle donne, edita nell’ultimo decennio del secolo scorso da Giuseppe Laterza, fu un’opera pioneristica che suscitò un enorme interesse in Italia e nel mondo.
Dall’intendimento di proporre una riflessione sulla specifica situazione della donna bellunese nelle epoche passate nasce il libro Donne bellunesi dal secolo XV al 1950, dove, oltre ad analizzare leggi e norme legislative, si descrivono costumi, vicende e condizioni di vita di nobili e di popolane, di mogli e di vedove, di figlie e di madri, di streghe e di prostitute, di emigranti e di viaggiatrici, di benefattrici e di anfitrioni, di artiste e di letterate, di massere e di docenti, di suore e di imprenditrici, di levatrici e di alpiniste, di donne oggetto di violenza e di omicide, di sante e di contrabbandiere. Mentre per alcune persone l’autrice ha riportato il puro e semplice nome, per altre ha tracciato dei ritratti a tutto tondo in cui ha evidenziato vicende, caratteristiche, capacità, aspirazioni e doti.
Per la stesura di questo libro, riguardante l’intera provincia di Belluno, sono state consultate molte opere edite, ma anche numerosi documenti d’archivio ancora inediti, privilegiando soprattutto l’Archivio di Stato di Belluno e, a titolo esemplificativo, alcuni archivi parrocchiali o comunali
Miriam Curti ha sempre avuto un occhio di riguardo per le problematiche locali e ha pubblicato numerosi articoli e saggi su giornali e riviste. Alcuni dei suoi libri più significativi , scritti in collaborazione con altri studiosi o frutto solo del suo lavoro sono “Stemmi e antiche famiglie di Mel (2012)”, “Famiglie nobili di Belluno (2015)”, “Notizie da Mel 1919-1963 (2018)”, “Famiglie cittadinesche di Belluno (2020)”, “Notizie da Borgo Valbelluna (2022)”.
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