Informazioni aggiuntive
Peso | 0,192 kg |
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Dimensioni | 24 × 22 cm |
Autore | |
Anno | |
Formato | |
Pagine |
€12,75
Spiegano gli autori: “Ripercorrere la storia di Alpini ed Artiglieri in Cadore significa seguire da un osservatorio privilegiato progressi ed illusioni, cadute e riprese, conquiste e sofferenze dell’intera nazione italiana, uscita dalla poesia risorgimentale per battere la via della prosa politica e militare, per ostentare ai sofferti confini la propria forza e le proprie ambizioni di grande potenza. Al punto che essa finisce coll’essere storia di tutti noi, spaccato autentico di umiltà e di sacrificio, di errori e di incongruenze, ma pure di crescita e di emancipazione.
Era importante – noi crediamo – raccogliere queste testimonianze, soprattutto fotografiche, disperse tra tante case, sottrarle ai vecchi bauli e al ristretto ambito della memoria familiare, per riproporle con ordinata e cronologica scansione, in modo da offrirle a giovani e meno giovani quasi in mutuo colloquio tra loro, in fruttuosa sinergia di ricordi ed emozioni. Per salvarle insomma dal degrado fatale del tempo, e talvolta dall’incuria dell’uomo, e farne occasione per noi tutti di apprendimento, di dialogo, di discussione, di proposta, fors’anche di ripensamento.
Peso | 0,192 kg |
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Dimensioni | 24 × 22 cm |
Autore | |
Anno | |
Formato | |
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Spiegano gli autori: “Ripercorrere la storia di Alpini ed Artiglieri in Cadore significa seguire da un osservatorio privilegiato progressi ed illusioni, cadute e riprese, conquiste e sofferenze dell’intera nazione italiana, uscita dalla poesia risorgimentale per battere la via della prosa politica e militare, per ostentare ai sofferti confini la propria forza e le proprie ambizioni di grande potenza. Al punto che essa finisce coll’essere storia di tutti noi, spaccato autentico di umiltà e di sacrificio, di errori e di incongruenze, ma pure di crescita e di emancipazione.
Era importante – noi crediamo – raccogliere queste testimonianze, soprattutto fotografiche, disperse tra tante case, sottrarle ai vecchi bauli e al ristretto ambito della memoria familiare, per riproporle con ordinata e cronologica scansione, in modo da offrirle a giovani e meno giovani quasi in mutuo colloquio tra loro, in fruttuosa sinergia di ricordi ed emozioni. Per salvarle insomma dal degrado fatale del tempo, e talvolta dall’incuria dell’uomo, e farne occasione per noi tutti di apprendimento, di dialogo, di discussione, di proposta, fors’anche di ripensamento.
150 anni sono passati da quando Calvi guidò i suoi Corpi Franchi e le sue Guardie Civiche, antesignani dei nostri fanti colla penna di corvo, alla gloria di Chiapuzza e Rindemera, e 125 dall’arrivo dei primi alpini, quelli “ufficiali”, a “Pecòl”, in quel di Pieve: il cammino fatto con loro dalla nostra gente è troppo lungo e complesso per coglierne qui tutta la portata temporale e culturale. Concepiamo dunque questo nostro lavoro come il primo capitolo di un racconto più vasto, un capitolo che vuole trattare anzitutto la nascita e lo sviluppo in Cadore del corpo degli Alpini e degli Artiglieri, dagli eroismi di Calvi allo scoppio della Grande Guerra. Altri capitoli potranno seguire poi, giacché due immani conflitti mondiali offrono la materia e il destro per innumerevoli testimonianze di vicende personali e collettive, in un Cadore comunque sempre protagonista, o con tanti suoi figli combattenti, o come teatro stesso di una lotta cruenta e spietata.
Se il lettore apprezzerà il nostro sforzo, se soprattutto i giovani cadorini ci seguiranno nel ritmo suadente di una storia per immagini che, pur sfumata di mito, vuole essere la nostra stessa storia, noi la continueremo ben volentieri, convinti che fin che c’è memoria c’è vita. E con essa pure la speranza – ostinata e dura a morire – di un felice ritorno prossimo venturo.”
Illustrazioni: colore
Con “Diario di un Sindaco”, l’autore ha voluto lasciare traccia dei suoi vent’anni in municipio, quindici dei quali come Primo Cittadino a Rocca Pietore, comune montano sulle Dolomiti bellunesi, convinto che una esperienza di vita così profonda debba essere trasmessa quale diretta testimonianza, utile per comprendere molte sfumature dell’attività amministrativa, spesso denigrata, criticata e il più delle volte, purtroppo disconosciuta. Gli accadimenti di cui il suo Comune, negli anni, è stato teatro, rappresentano perlopiù una “consueta ordinarietà” per tutti i municipi ma, in qualche caso, al contrario, il territorio è stato protagonista di vicende sicuramente eccezionali. Tutte queste particolarità riflettono con chiarezza un percorso di vita significativo, riportato qui in una sorta di diario temporale che racconta pagine di storia di uno dei tanti Sindaci che si cimentano con passione nel complicato lavoro di Amministratore Pubblico.
Andrea De Bernardin, nato e cresciuto ai piedi della Marmolada, sin da giovanissimo è appassionato di storia al punto da incentrare su di essa l’attività lavorativa e trarne ispirazione per diverse apprezzate pubblicazioni. Una fra tutte “La città di ghiaccio, guerra nelle viscere della montagna”, assieme al collega Michael Wachtler.
Un libro che descrive la vita e le avventure dell’ Ispettore Superiore Scelto del Corpo forestale dello Stato Nicola Pierotti, vicende meritevoli di essere vissute e degne di essere lette; strumento per comprendere un po’ meglio il mondo in cui viviamo. Nel volume sono descritte minuziosamente le indagini svolte durante la sua carriera, quali l’arresto del piromane dell’Isola del Giglio, del bracconiere che per poco non lo uccideva, i vari tentativi di corruzione e numerosi altri episodi. Un quadro di vita intensamente spesa per proteggere natura e animali da tutta quella gente “per male” quali inquinatori, trafficanti o bracconieri, ma anche superiori pavidi e politici senza vergogna. Libro da leggere fino in fondo.
Il volume è una raccolta di riflessioni e di parole, le parole della montagna che diventano pensieri. Sono le parole delle ALBE fatte di silenzi. Sono le parole della NOTTE che ha ceduto con discrezione i suoi segreti al VENTO. Sono le parole delle ACQUE che gorgogliano frale ombre di un BOSCO pieno d’incanto. Sono le parole delle ferite inferte dall’uomo ai Monti e che ora raccontano struggenti vicende di una GUERRA non troppo lontana. Sono le parole dell’INVERNO che sigilla la ROCCIA in uno scrigno di diamanti. Sono le parole delle NUVOLE, scialli leggeri dispiegati a coprire le spalle di giganti di pietra: le MONTAGNE.
L’autrice spiega di “aver cercato di fermare il suo tempo nei pensieri che ha raccolto nel lungo cammino che l’ha portata a frugare fra le pieghe di roccia, nei cupi canali, nella luce sfolgorante del sole, nella bandiera turchina del cielo. Un piccolo ricordo per farle pensare che vivere “quassù” non è mai vivere soli e che ogni parola è dono prezioso.
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