Fra l’amore e la morte
Il prezzo originale era: €5,00.€4,00Il prezzo attuale è: €4,00.
Raccolta di poesie.
Ristampa anastatica con una nota di Lucio De Bortoli.
Scrive De Bortoli nella prefazione: “Nella multiforme produzione intellettuale di Augusto Serena la poesia occupa, nel sentire comune, una posizione marginale. La ragione c’è. L’erudizione, che negli studi storici e letterari conferisce tono e peso allo studioso, finisce per essere, nell’incontro con il verso poetico, obiettivo fattore di pesantezza manieristica per il poeta. Questo vale, fondamentalmente, per le raccolte poetiche in italiano, profondamente influenzate, peraltro, dall’ultimo Carducci, poeta della real casa.
Non è così per le poesie raccolte in questo libricino. La scrittura in lingua materna, come amava dire l’autore, sia pur modellata attorno ad un dialetto più urbano che rurale, non era, forse, in cima alle attese letterarie del Serena poeta. Ciò malgrado, la stretta omologia tra scelta linguistica e temi (affetti, quotidianità, ricordi, sentimenti) trasforma queste piccole rime in frammenti senza tempo e, forse per questo, ben più amabili dei versi ufficiali.
Descrizione
Raccolta di poesie.
Ristampa anastatica con una nota di Lucio De Bortoli.
Scrive De Bortoli nella prefazione: “Nella multiforme produzione intellettuale di Augusto Serena la poesia occupa, nel sentire comune, una posizione marginale. La ragione c’è. L’erudizione, che negli studi storici e letterari conferisce tono e peso allo studioso, finisce per essere, nell’incontro con il verso poetico, obiettivo fattore di pesantezza manieristica per il poeta. Questo vale, fondamentalmente, per le raccolte poetiche in italiano, profondamente influenzate, peraltro, dall’ultimo Carducci, poeta della real casa.
Non è così per le poesie raccolte in questo libricino. La scrittura in lingua materna, come amava dire l’autore, sia pur modellata attorno ad un dialetto più urbano che rurale, non era, forse, in cima alle attese letterarie del Serena poeta. Ciò malgrado, la stretta omologia tra scelta linguistica e temi (affetti, quotidianità, ricordi, sentimenti) trasforma queste piccole rime in frammenti senza tempo e, forse per questo, ben più amabili dei versi ufficiali.
Il Serena vernacolare è molto amato da noi montebellunesi; è molto amato perché egli sa ancora suscitare una catena di emozioni “casalinghe” che trova splendida e suggestiva evocazione nella nostalgica e struggente ouverture de La Vendema e nel commovente quartetto di Co torno a casa. Ma non c’è solo questo. C’è anche l’uomo che esce dai suoi abiti accademici e professorali per entrare, sia pur per poco, nel retro di una vita molto ufficiale ma, allo stesso tempo, fitta di emozioni e sentimenti (si legga l’intensa La tradida). Quando questo accade, Serena sceglie il dialetto e lo fa per rievocare ciò che, alla fine, è sempre stato al centro della sua vita (i suoi alunni, la famiglia, i luoghi della ricerca). Temi privati compaiono naturalmente anche nel classicismo delle poesie in italiano letterario. Ma il risultato è molto lontano dall’intimità di quelli che l’autore amava chiamare intermezzi rustici. E ciò dimostra, una volta di più, quanto il rigore culturale e filologico fosse per lui, prima di tutto, abito formale destinato a ridimensionare ogni tentativo di incursione nel privato. In questa separazione linguistica di forme se non di percorsi finisce per rientrare anche il commosso omaggio del senatore Bertolini, uomo attorniato da commi e procedure ma nient’affatto di pietra come ben testimonia la sua personale e straordinaria mobilitazione di risorse e di mezzi in occasione del disastroso terremoto di Messina del 1908. Il cedimento emotivo ammesso nella breve introduzione alla ristampa, che qui proponiamo in edizione anastatica, dimostra che le cantilene che ora ci cullano erano e sono proprio senza tempo.
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Nel 1987 Aldo Villabruna, in un cantiere nel comune di Sovramonte, rinvenne una sepoltura con i resti di ossa umane e una punta di freccia risalenti all’ultima fase del periodo Paleozoico, 14.000 anni fa appunto. Da allora il Cacciatore o Uomo della Val Rosna ha fornito e continua a fornire preziosissime informazioni sui primi abitanti delle Alpi occidentali: si tratta di una delle più antiche sepolture di area alpina, ma rappresenta anche un esempio straordinario di arte funeraria paleolitica, nonché il primo caso di intervento odontoiatrico della storia!
Il volume dedicato ai ragazzi, ma ricco di informazioni specifiche di sicuro interesse anche per gli adulti, è diviso in due parti. La prima, di carattere narrativo, racconta la storia di un gruppo di cacciatori e raccoglitori nomadi, che seguendo le migrazioni degli animali, giunge dalla pianura ai piedi delle Alpi. Chiara Villabruna, grazie a una narrazione incalzante e ricca di dettagli, ci restituisce un racconto coinvolgente e appassionante, capace di immergere grandi e bambini nello stile di vita di coloro che hanno abitato quel riparo nella valle tra i torrenti Rosna e Cismon. Nella seconda parte, di carattere divulgativo, Aldo Villabruna espone con precisione e con il supporto di numerose immagini, i reperti rinvenuti nella sepoltura e le loro funzioni, aggiungendo al libro un irresistibile valore didattico. A impreziosire la storia ci sono le delicate e suggestive illustrazioni di Marisa Viezzoli.
Il libro, ultimo nato delle Edizioni DBS, rappresenta un ulteriore tassello nella missione della casa editrice: raccogliere, preservare e divulgare la storia e il vasto patrimonio culturale del territorio, soprattutto ai giovani, così da evitarne la dispersione. Una storia, come quella dell’Uomo della Val Rosna, che anche a distanza di 14.000 anni continua a sorprendere ed emozionare.
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E se si scoprisse che la Valle di Seren che ormai conta pochi residenti, fosse stata in realtà colpita da una maledizione lanciata anni orsono da un parroco per vendicarsi del voltaspalle dei suoi parrocchiani?
Daniele Gazzi e Dante Rech ripercorrono questo fatto e/0 leggenda che si tramanda da generazioni e attraverso una lunga carrellata di foto descrivono la vita, a volte dura, ma sempre dignitosa di chi questa Valle la ha vissuta, amata, protetta e purtroppo ha dovuto lasciare a causa delle dure condizioni di vita
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C’è Giulietta, la bambina che va di fretta, Teresa che dorme con la luce accesa, Doriana che veste strana e ancora Eunice che canta quand’è felice….
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