Informazioni aggiuntive
Peso | 1 kg |
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Dimensioni | 15 × 21 cm |
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Il prezzo originale era: €5,50.€4,60Il prezzo attuale è: €4,60.
Esaurito
La storia della strada del passo di San Boldo, detta anche “dei cento giorni” per la velocità straordinaria con cui venne realizzata nell’ultimo, difficilissimo anno della Grande Guerra. Marco Rech ricostruisce origine ed evoluzione dei lavori anche con il supporto di documenti e fotografie del tempo.
Peso | 1 kg |
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Dimensioni | 15 × 21 cm |
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Novembre 1917: con la disfatta di Caporetto i tedeschi si ritrovano la via libera per penetrare fino al fronte del Piave e del Grappa, che il generale Cadorna si è eletto come ultimo baluardo di difesa. Una delle direttrici di penetrazione preferite è proprio il passo di San Boldo, spesso citato come passo di Sant’Ubaldo in molti documenti austriaci e tedeschi. Sceglierla significa infatti evitare la zona di Valdobbiadene, dove la strada è totalmente visibile dalle postazioni italiane del Tomba-Monfenera, del Monte Pallon e da tutto il versante orientale del massiccio del Grappa.
La strada del Passo, segnata sulle carte italiane come una strada carreggiabile, si rivela però un’errore di cartografia ed un’autentica delusione. E’ infatti percorribile da carri soltanto nel primo tratto e per il resto è poco più di una traccia di sentiero con forte pendenza, sdrucciolevole ed abbarbicata sulle pareti rocciose del vallone che scende verso Tovena. Sono queste le premesse da cui prende vita la Tovena – Trichiana – Straβe, detta anche la “strada dei cento giorni” poichè realizzata in un tempo operativo oggi impensabile.
Marco Rech ne ricostruisce in modo puntuale le fasi di realizzazione con il supporto di tante foto d’epoca ed attuali. In 32 pagine ricche di informazioni riporta fatti, nomi, intenzioni regalando al lettore la percezione della complessità e dell’importanza di un’opera che è ancora oggi uno dei segni tangibili della Grande Guerra sul territorio.
Nel 1987 Aldo Villabruna, in un cantiere nel comune di Sovramonte, rinvenne una sepoltura con i resti di ossa umane e una punta di freccia risalenti all’ultima fase del periodo Paleozoico, 14.000 anni fa appunto. Da allora il Cacciatore o Uomo della Val Rosna ha fornito e continua a fornire preziosissime informazioni sui primi abitanti delle Alpi occidentali: si tratta di una delle più antiche sepolture di area alpina, ma rappresenta anche un esempio straordinario di arte funeraria paleolitica, nonché il primo caso di intervento odontoiatrico della storia!
Il volume dedicato ai ragazzi, ma ricco di informazioni specifiche di sicuro interesse anche per gli adulti, è diviso in due parti. La prima, di carattere narrativo, racconta la storia di un gruppo di cacciatori e raccoglitori nomadi, che seguendo le migrazioni degli animali, giunge dalla pianura ai piedi delle Alpi. Chiara Villabruna, grazie a una narrazione incalzante e ricca di dettagli, ci restituisce un racconto coinvolgente e appassionante, capace di immergere grandi e bambini nello stile di vita di coloro che hanno abitato quel riparo nella valle tra i torrenti Rosna e Cismon. Nella seconda parte, di carattere divulgativo, Aldo Villabruna espone con precisione e con il supporto di numerose immagini, i reperti rinvenuti nella sepoltura e le loro funzioni, aggiungendo al libro un irresistibile valore didattico. A impreziosire la storia ci sono le delicate e suggestive illustrazioni di Marisa Viezzoli.
Il libro, ultimo nato delle Edizioni DBS, rappresenta un ulteriore tassello nella missione della casa editrice: raccogliere, preservare e divulgare la storia e il vasto patrimonio culturale del territorio, soprattutto ai giovani, così da evitarne la dispersione. Una storia, come quella dell’Uomo della Val Rosna, che anche a distanza di 14.000 anni continua a sorprendere ed emozionare.
E se si scoprisse che la Valle di Seren che ormai conta pochi residenti, fosse stata in realtà colpita da una maledizione lanciata anni orsono da un parroco per vendicarsi del voltaspalle dei suoi parrocchiani?
Daniele Gazzi e Dante Rech ripercorrono questo fatto e/0 leggenda che si tramanda da generazioni e attraverso una lunga carrellata di foto descrivono la vita, a volte dura, ma sempre dignitosa di chi questa Valle la ha vissuta, amata, protetta e purtroppo ha dovuto lasciare a causa delle dure condizioni di vita
C’è Giulietta, la bambina che va di fretta, Teresa che dorme con la luce accesa, Doriana che veste strana e ancora Eunice che canta quand’è felice….
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