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Dimensioni | 16 × 23 cm |
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Il prezzo originale era: €10,00.€8,50Il prezzo attuale è: €8,50.
Racconti dalle Dolomiti Orientali fra Ottocento e Caporetto. I protagonisti sono scrittori ed artisti che, anche durante la Grande Guerra, legarono il loro nome ai Monti Pallidi.
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NELL’ANIMA UN ADDIO: LA GRANDE GUERRA SULLE DOLOMITI E GLI ARTISTI
Racconti dalle “zone di guerra” delle Dolomiti Orientali: li propone Antonella Fornari in “Nell’anima un addio”. 184 pagine a colori in cui i protagonisti sono artisti e letterati: dai notissimi Carducci e Ungaretti a nomi meno conosciuti come Curzio Malaparte, Piero ed Enrico Jahier, Corrado Govoni, Luis Trenker, Cesco Tomaselli, Renzo Boccardi, Ubaldo Riva, Edgaro Rossaro, Giovanni Fabbiani.
Per ciascuno di essi l’autrice, scrittrice ed alpinista cadorina d’adozione, racconta la storia di un legame con i Monti Pallidi diventato durante la Grande Guerra testimonianza viva d’amore per il proprio Paese. Un sentire che – documenta Fornari – va ben oltre le vicende di vita di questi uomini e che le montagne resero a loro modo immortale.
Basti pensare a Giosuè Carducci, innamorato delle Dolomiti ma scomparso ben prima dell’inizio del Conflitto. Sarà però proprio la piramide a lui dedicata sul Monte Piana a divenire nella Grande Guerra un simbolo per le forze tricolore. Soprattutto, con Carducci nasce la poesia legata alle Dolomiti, espressione di un amore per le alte cime capace di andare oltre la stessa brutalità della guerra.
Ne sono un esempio i fratelli Piero ed Enrico Jahier, “un unico cuore e due battaglioni” come li definisce Fornari, o il ribelle Curzio Malaparte, testimone dell’orrore che si consumerà su Col di Lana. Nessuno di questi e simili carneficine basterà a spegnere in loro l’incanto delle Dolomiti. E quando, con Caporetto, arriverà il momento di lasciarle tutti soffriranno il distacco e la nostalgia. Non ci sarebbe stato nulla di quello splendore nelle trincee del Grappa e del Piave.
Da qui il titolo del libro, “Nell’anima un addio”: “tutti gli uomini di cui racconto – spiega Fornari – videro la morte in faccia, ma ciò nonostante restarono innamorati delle montagne. E abbandonarle fu doloroso, perché lì lasciarono un po’ del proprio cuore”.
Un caso a parte è quello di Giuseppe Ungaretti, che sulle Dolomiti in guerra non giunse mai. La forza della sua arte – racconta Fornari – fu però così potente da far sì che le truppe stanziate sulle Tofane gli attribuissero le parole che ancor oggi leggiamo sulla targa all’ingresso della galleria di mina del Castelletto: tutti avevano la faccia del Cristo / nella / livida aureola dell’elmetto, / tutti portavano l’insegna del supplizio / nella / croce della baionetta / e nelle tasche il pane dell’ultima cena / e nella gola il pianto dell’ultimo addio.
Questi e molti altri sono episodi di vita che narrano una guerra brutale in cui l’arte trovò comunque spazi per portare umanità e bellezza. Un modo per affermare una volta in più il valore straordinario della passione umana, capace di far sentire la propria voce anche oltre il freddo e il dolore dell’inferno.
C’è Giulietta, la bambina che va di fretta, Teresa che dorme con la luce accesa, Doriana che veste strana e ancora Eunice che canta quand’è felice….
Giovannina Pasqualotto pubblica il suo 13° libro – La città delle rondini – dedicato a Belluno e alle rondini che puntualmente ritornano nella bella stagione a rallegrare la città con il loro garrire felice. Il libro racconta una lunga storia di famiglia e di emigrazione dove la protagonista, partita da bambina ritorna a Belluno da anziana, offrendo ai lettori pagine di ricordi, emozioni e sentimenti sullo sfondo di una città che rimane immutata nel tempo. Il libro vuole essere un omaggio a Belluno, città da visitare, godere e amare; sempre accogliente, ricca di opere d’arte, abbracciata dalle Dolomiti e meta del ritorno delle rondini. Una metafora della vita: si ritorna sempre nei luoghi dove ci si sente amati e protetti.
Giovannina Pasqualotto maestra in pensione, vive a San Vito di Altivole. I suoi libri parlano di storia locale, di vita passata e di valori molto spesso dimenticati.
Dall’introduzione di Camila Dalmas e Giocondina Toigo – dal sogno alla speranza di un mondo migliore – questi racconti ci conducono in un viaggio avventuroso, ricco di belle sorprese e simpatici personaggi: il piccolo usignolo nella gabbia dorata, il coniglio, la mucca Giulietta, i pesciolini… frutto della vivace immaginazione di Michele e ci portano con la fantasia in universi lontani, in ambienti sperduti. Tutti i racconti hanno un comune filo conduttore: il desiderio di scoprire la chiave per un mondo più giusto, libero e armonioso.
Michele Barat nasce a Feltre 41 anni fa. Da 25 anni convive con un inquilino scomodo – la sclerosi multipla progressiva. Questo ospite indesiderato, tuttavia, pur limitandolo nella sua quotidianità, non gli impedisce di viaggiare con la fantasia e di creare mondi perfetti.
Il libro è stato prodotto interamente dall’autore e su sua espressa volontà parte del ricavato dalla vendita sarà devoluto ad una associazione no profit.
Tutte le nostre spedizioni in Italia avvengono via corriere BRT. Per costi e termini di servizio clicca qui.
Per contattarci: info@edizionidbs.it
Il Gazzettino –
Recensione di Andrea Mencini su Il Gazzettino, 2 aprile 2017
SAN VITO – “Una guerra fatta di lunghe attese all’addiaccio, di freddo, di paura, di neve e di tormenti, di ignoto, di funamboliche arrampicate.Una guerra di soldati. Una guerra di poeti.
Ed è di loro che vorrei narrare”. Dall’introduzione della nuova fatica letteraria di Antonella Fornari (foto) “Nell’anima un addio”, edizioni DBS, 184 pagine, ricca di bellissime foto anche
storiche, si percepisce immediatamente l’originalità di questo nuovo libro della nota scrittrice e alpinista cadorina. In questa opera troviamo racconti delle Dolomiti Orientali, teatro di
grandi imprese e battaglie nel primo conflitto mondiale e ambiente suggestivo che ispirò numerosi letterati e artisti. I famosi Carducci e Ungaretti,i meno conosciuti come Curzio Malaparte,
Piero ed Enrico Jahier, Corrado Govoni, Luis Trenker, Cesco Tomaselli, Renzo Boccardi, Ubaldo Riva, Edgaro Rossaro, Giovanni Fabbiani, legarono la loro esperienza letteraria o artistica ai Monti Pallidi.
Nemmeno la disfatta di Caporetto e la disordinata ritirata italiana, che segna una delle fasi più drammatiche della nostra storia contemporanea, riuscirà a spegnere l’amore dei nostri verso le Dolomiti. Da qui il titolo del libro, “Nell’anima un addio”: «Tutti gli uomini di cui racconto – spiega Fornari – videro la morte in faccia, ma ciò nonostante restarono innamorati delle montagne. E abbandonarle fu doloroso, perché lì lasciarono un po’ del proprio cuore».