Informazioni aggiuntive
Dimensioni | 15 × 21 cm |
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Il prezzo originale era: €13,00.€11,00Il prezzo attuale è: €11,00.
Mutande, mutandoni e maglie di varie fogge per raccontare quattro secoli di storia delle genti alpine. Un viaggio avvolgente attraverso glutei, cosce e schiene, raccontando una cultura del vestire intimo su cui esistono pochissime testimonianze.
Dimensioni | 15 × 21 cm |
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E’ quanto propone il volume “Mudànde e fanèle”: 192 pagine a colori scritte a più mani che trascinano il lettore in un viaggio avvolgente attraverso glutei, cosce e schiene, raccontando una cultura del vestire intimo su cui esistono pochissime testimonianze.
Che si guardi al popolano o al nobile infatti, su mutande e affini usati un tempo si conosce ben poco. Il lavoro degli autori è stato dunque direttamente sul campo, tra vecchi comò e cassapanche impolverate che hanno restituito capi di biancheria talvolta secolari e sempre sorprendenti, antesignani di una moda oggi radicalmente diversa. Il lettore sorriderà guardando le mutande con lo spacco sotto per permettere l’evacuazione anche senza denudarsi, e potrà stupirsi a scoprire che – ancora nel XIX secolo – c’era chi identificava le mutande come segno di classe e trovava sconveniente e segno di “pericolosa” emancipazione che anche i contadini le vestissero: “I giovani, altra conseguenza della leva militare, assunsero mutande, il che prima non fu mai negli usi dei nostri contadini, e perfino portano ora mutande molte delle loro tose e donne maritate” (M. Bazolle)
Raccontare di mutande è per gli autori anche occasione per indagare sull’igiene personale, strettamente correlata all’aspetto simbolico del vestire sotto gli abiti. E si scopre così che l’intimo doveva essere il più possibile candido per indicare la purezza della pelle sottostante. Niente capi colorati dunque, e pazienza se si ci si lavava più per evitare di sporcare le mutande che per tenersi puliti davvero, in linea con il pensiero che i bagni erano deleteri per la salute e la sporcizia andava tolta tramite frizioni alcoliche o similia, mascherandola con ciprie e profumi.
Anche i tessuti su cui l’intimo era realizzato hanno una storia a sé: canapa e lana sono occasione per indagare produzione, tecniche e strumenti di lavorazione in un excursus tutto popolare tra antichi saperi artigiani e gràmole, spàdole, spìgole, corléte, navesèle, telèr. Anche l’infanzia ne è coinvolta, con le testimonianze delle balie e di levatrici come Maria Pollacci, in un percorso che si conclude con le musiche popolari sul tema. Ilarità e leggerezza senza ipocrisie di canti e stornelli accompagnano il lettore nel suo accomiatarsi da un mondo di mutandoni e ciripà la cui storia, al di là del costume, fa da scenario a grandi questioni come le rivendicazioni sociali e l’emancipazione femminile.
C’è Giulietta, la bambina che va di fretta, Teresa che dorme con la luce accesa, Doriana che veste strana e ancora Eunice che canta quand’è felice….
Giovannina Pasqualotto pubblica il suo 13° libro – La città delle rondini – dedicato a Belluno e alle rondini che puntualmente ritornano nella bella stagione a rallegrare la città con il loro garrire felice. Il libro racconta una lunga storia di famiglia e di emigrazione dove la protagonista, partita da bambina ritorna a Belluno da anziana, offrendo ai lettori pagine di ricordi, emozioni e sentimenti sullo sfondo di una città che rimane immutata nel tempo. Il libro vuole essere un omaggio a Belluno, città da visitare, godere e amare; sempre accogliente, ricca di opere d’arte, abbracciata dalle Dolomiti e meta del ritorno delle rondini. Una metafora della vita: si ritorna sempre nei luoghi dove ci si sente amati e protetti.
Giovannina Pasqualotto maestra in pensione, vive a San Vito di Altivole. I suoi libri parlano di storia locale, di vita passata e di valori molto spesso dimenticati.
Dall’introduzione di Camila Dalmas e Giocondina Toigo – dal sogno alla speranza di un mondo migliore – questi racconti ci conducono in un viaggio avventuroso, ricco di belle sorprese e simpatici personaggi: il piccolo usignolo nella gabbia dorata, il coniglio, la mucca Giulietta, i pesciolini… frutto della vivace immaginazione di Michele e ci portano con la fantasia in universi lontani, in ambienti sperduti. Tutti i racconti hanno un comune filo conduttore: il desiderio di scoprire la chiave per un mondo più giusto, libero e armonioso.
Michele Barat nasce a Feltre 41 anni fa. Da 25 anni convive con un inquilino scomodo – la sclerosi multipla progressiva. Questo ospite indesiderato, tuttavia, pur limitandolo nella sua quotidianità, non gli impedisce di viaggiare con la fantasia e di creare mondi perfetti.
Il libro è stato prodotto interamente dall’autore e su sua espressa volontà parte del ricavato dalla vendita sarà devoluto ad una associazione no profit.
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Per contattarci: info@edizionidbs.it
Bellunesi nel Mondo – n. 3 marzo 2017 –
Davvero una simpatica e interessante pubblicazione che ci svela tutti i segreti dell’ “intimo”,maschile e femminile,di un tempo, cui i curatori del testo e gli autori degli scritti si sono accostati con il desiderio di far conoscere alcuni frammenti di vita dei nostri antenati.
Tra di essi, senza dubbio, quello trattato in questa gustosa pubblicazione non aveva avuto sinora particolare attenzione. L’argomento, i cui testi sono accompagnati da una ricca e a volte curiosa galleria di immagini, è sviscerato in vari suoi aspetti, quali la presenza dell’intimo nell’ abbigliamento popolare tradizionale, alcuni testamenti del ‘700 riguardanti il vestiario, materiali e strumenti per la fabbricazione degli indumenti, l’abbigliamento delle partorienti o dei soldati in montagna nella grande guerra, fino ad arrivare alle mudande nella musica. Un libro vario, che ha alla base una ricerca attenta e approfondita, corredata anche da una buona bibliografia.