Informazioni aggiuntive
Peso | 0,197 kg |
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Dimensioni | 11 × 16 cm |
Autore | |
Anno | |
Formato | |
Pagine | |
EAN | |
Collana |
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Guida al Museo Storico all’aperto.
Monte Piana è un nome che tutti gli appassionati della Grande Guerra in
Dolomiti non possono non conoscere.
Durante la prima guerra mondiale il destino volle che proprio sul Monte Piana,
a due passi dal monumento che ricorda l’ascesa di Giosuè Carducci, corresse uno dei segmenti del fronte alpino
più sofferto e combattuto, caratterizzato da una estenuante guerra
di posizione e quindi da pazienti, certosini e titanici lavori di scavo e
trinceramento.
Peso | 0,197 kg |
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Dimensioni | 11 × 16 cm |
Autore | |
Anno | |
Formato | |
Pagine | |
EAN | |
Collana |
Monte Piana è un nome che tutti gli appassionati della Grande Guerra in Dolomiti non possono non conoscere.
Durante la prima guerra mondiale il destino volle che proprio sul Monte Piana, a due passi dal monumento che ricorda l’ascesa di Giosuè Carducci, corresse uno dei segmenti del fronte alpino più sofferto e combattuto, caratterizzato da una estenuante guerra di posizione e quindi da pazienti, certosini e titanici lavori di scavo e trinceramento.
Scrive Antonella Fornari: “Alla fine della Grande Guerra, il Monte Piana si presentava desolato e coperto da immani cumuli di rovine. Eppure fra le macerie si intuivano i cunicoli, l’andamento delle trincee, i manufatti che testimoniavano i ventinove lunghissimi mesi di guerra: un patrimonio di ricordi e memorie che, sicuramente, lo scorrere del tempo e delle stagioni avrebbe inevitabilmente fatto scomparire. Il Col. Nazareno Meneghetti, già nel 1935, aveva proposto di conservare quanto era rimasto sul monte realizzando un grande museo all’aperto. La sua iniziativa non trovò riscontro e si spense prima ancora di nascere. Bisognò attendere fino al 1977 quando gli “Amici delle Dolomiti” con la collaborazione della Fondazione Opere di Monte Piana e del Comune di Dobbiaco, iniziarono il lavoro di recupero.
Il Comando del IV Corpo d’Armata Alpino mise a disposizione il Btg. “Bassano”. Inoltre innumerevoli furono i volontari che accorsero da molte regioni italiane e anche da nazioni europee, volontari che ebbero, come compenso, il solo vitto e alloggio conditi dai superbi tramonti e panorami dolomitici. Il vitto dei volontari venne offerto da contributi provenienti dall’Alpenverein Tirolese, dal Club Alpino Italiano e dalla Associazioni Nazionale Alpini di Trento. E, alla fine di tutto, il Col. Walter Schaumann, ex ufficiale di carriera e anima del progetto, così si espresse parlando di tutti quei giovani che avevano contribuito agli immani lavori: “…laddove i loro padri si affrontarono con le armi in pugno in epiche battaglie dai risvolti ancora umani e cavallereschi, questi “giovani europei” lavorarono fianco a fianco per realizzare una “Grande escursione storica” che collegasse tra loro i sentieri italiani del versante meridionale con quelli austriaci dei dirupi settentrionali del Monte Piana. In questo modo le opposte linee del fronte della Grande Guerra, già teatro di sanguinosi scontri, si sono trasformate in affascinanti itinerari di incontri fraterni…”.
Indice
Note storiche
Qualche notizia sul Rifugio “Maggiore Angelo Bosi”
al Monte Piana (m 2205)
Strade d’accesso (rotabili) e curiosità
Note tecniche
Sentieri d’accesso alla sommità del Monte Piana (m 2324)
e del Monte Piano (m 2305)
Itinerari
Strada Storica e sentieri del fronte
Vallon dei Castrati (Ostmulde)
Sentiero dei Pionieri (Pionierweg)
Sentiero dei turisti (Touristweg)
La “Via” del Colonnello Bilgeri al Monte Piano
Sentiero delle Guide Alpine Militari e “Piano II”
Il Museo all’aperto
L’escursione storica
Forcella dei Castrati (m 2272)
Bibliografia
Carte consultate
Recapiti ed informazioni utili
Soccorsi e servizi
C’è Giulietta, la bambina che va di fretta, Teresa che dorme con la luce accesa, Doriana che veste strana e ancora Eunice che canta quand’è felice….
Giovannina Pasqualotto pubblica il suo 13° libro – La città delle rondini – dedicato a Belluno e alle rondini che puntualmente ritornano nella bella stagione a rallegrare la città con il loro garrire felice. Il libro racconta una lunga storia di famiglia e di emigrazione dove la protagonista, partita da bambina ritorna a Belluno da anziana, offrendo ai lettori pagine di ricordi, emozioni e sentimenti sullo sfondo di una città che rimane immutata nel tempo. Il libro vuole essere un omaggio a Belluno, città da visitare, godere e amare; sempre accogliente, ricca di opere d’arte, abbracciata dalle Dolomiti e meta del ritorno delle rondini. Una metafora della vita: si ritorna sempre nei luoghi dove ci si sente amati e protetti.
Giovannina Pasqualotto maestra in pensione, vive a San Vito di Altivole. I suoi libri parlano di storia locale, di vita passata e di valori molto spesso dimenticati.
Dall’introduzione di Camila Dalmas e Giocondina Toigo – dal sogno alla speranza di un mondo migliore – questi racconti ci conducono in un viaggio avventuroso, ricco di belle sorprese e simpatici personaggi: il piccolo usignolo nella gabbia dorata, il coniglio, la mucca Giulietta, i pesciolini… frutto della vivace immaginazione di Michele e ci portano con la fantasia in universi lontani, in ambienti sperduti. Tutti i racconti hanno un comune filo conduttore: il desiderio di scoprire la chiave per un mondo più giusto, libero e armonioso.
Michele Barat nasce a Feltre 41 anni fa. Da 25 anni convive con un inquilino scomodo – la sclerosi multipla progressiva. Questo ospite indesiderato, tuttavia, pur limitandolo nella sua quotidianità, non gli impedisce di viaggiare con la fantasia e di creare mondi perfetti.
Il libro è stato prodotto interamente dall’autore e su sua espressa volontà parte del ricavato dalla vendita sarà devoluto ad una associazione no profit.
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