Informazioni aggiuntive
| Peso | 0,400 kg |
|---|---|
| Dimensioni | 16,5 × 23,5 cm |
| Autore | |
| Anno | |
| Formato | |
| Pagine | |
| EAN | |
| Collana |
Il prezzo originale era: €10,00.€8,50Il prezzo attuale è: €8,50.
La storia del fronte “che non è mai stato ma che avrebbe potuto essere” Il volume narra delle Alpi Feltrine quali estrema e strategica ala orientale della Fortezza Brenta – Cismon durante la Grande Guerra: da frammento della linea rossa di confine a linea gialla arretrata di resistenza. Un’opera colossale rimasta sulla carta e mai sottoposta alla prova del fuoco la cui nascita ed evoluzione è ricostruita da Bianca Simonato Zasio attraverso documenti e fotografie in gran parte inediti.
| Peso | 0,400 kg |
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| Dimensioni | 16,5 × 23,5 cm |
| Autore | |
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La storia del fronte “che non è mai stato ma che avrebbe potuto essere” raccontata per la prima volta nel libro di Bianca Simonato Zasio: “Le Alpi Feltrine nella Grande Guerra. Da linea rossa di confine a linea gialla arretrata di resistenza ”.
Edito in collaborazione con il Comune di Cesiomaggiore e il Cai – sezione di Feltre, il volume narra una storia finora poco nota: quella delle Alpi Feltrine quali estrema e strategica ala orientale della Fortezza Brenta – Cismon durante la Grande Guerra: da frammento della linea rossa di confine a linea gialla arretrata di resistenza.
Un’opera colossale rimasta sulla carta e mai sottoposta alla prova del fuoco la cui nascita ed evoluzione è ricostruita da Bianca Simonato Zasio attraverso documenti e fotografie in gran parte inediti. Il libro è infatti il frutto di un lungo lavoro di ricerca negli Archivi di Roma dell’Ufficio storico dello Stato Maggiore dell’Esercito e dell’Istituto Storico e di Cultura dell’Arma del Genio, cui l’autrice ha affiancato l’indagine diretta del territorio al fine di individuare le tracce dell’opera bellica.
Strade, sentieri, caverne, postazioni – scrive nella prefazione lo storico Luca Girotto – “preparati senza troppa convinzione in zone montane più o meno impervie, in definitiva un simbolo dell’inadeguatezza italiana nella concezione di un efficace sistema difensivo scaglionato in profondità”. Quello di Simonato Zasio è dunque un racconto documentato – scrive Girotto – senza il quale sarebbe per molti arduo, se non impossibile, comprendere appieno il significato d’insieme delle innumerevoli testimonianze materiali che marcano ancor oggi, secondo una diplomatica definizione datane nel dopoguerra dal gen. Di Robilant, “un fronte che non è mai stato ma che avrebbe potuto essere”.
Nella prima parte del libro Simonato Zasio narra come si giunse alla scelta di approntare l’impianto difensivo, le ragioni belliche che lo motivarono, gli uomini e i mezzi utilizzati, le difficoltà incontrate. A testimonianza di quanto narrato l’autrice cita documenti e lettere del tempo e vi affianca una serie di schizzi, disegni e mappe tutti riproduzione di inediti originali degli archivi militari.
La seconda parte costituisce una guida per rintracciare sul territorio le testimonianze sopravvissute della Linea Gialla. Con il supporto di informazioni storiche e documenti d’epoca l’autrice accompagna il lettore tra mulattiere, caverne e carrarecce mostrando – anche con il supporto fotografico – le tracce sopravvissute.
Un lavoro reso possibile grazie alla collaborazione del Corpo Forestale dello Stato – Comando Stazione di Pian d’Avena. Il risultato sono schede che toccano tra il resto Val Canzoi (al tempo anche Val Caorame) con Passo Finestra, Passo Alvis, Pass de Mura, Brendol, Erena, Campotorondo, Piani Eterni.
L’associazione AIDO Belluno, per festeggiare i suoi 50 anni dalla fondazione, pubblica questo libretto per sensibilizzare la donazione sul filo di un unico messaggio: un SI’ alla donazione regala la speranza di una nuova vita
In un bosco ai piedi delle Dolomiti, un piccolo abete ha appena messo radici. Con il passare delle stagioni, il piccolo abete comincia a crescere, circondato dalla bellezza della natura: fiori colorati e animali selvatici riempiono di vita il suo mondo. Ma un giorno il terreno sembra molto più lontano e il piccolo abete si accorge di non essere più tanto piccolo. Terrorizzato all’idea di crescere ancora, prende la decisione di restare così per sempre, suscitando la curiosità di una delle sue radici. L’incontro tra il piccolo abete e la sua intraprendente radice darà vita a un tenerissimo abbraccio.
L’albero protagonista di questa storia e i suoi amici si possono incontrare per davvero lungo il sentiero CAI che dal bivacco Palia porta al rifugio Casera Ere, poco distante da San Gregorio nelle Alpi.
Giorgio Tosato narra le vicende di guerra sul fronte dolomitico di due formazioni di alpini volontari formatesi a Feltre e a Pieve di Cadore, in tutto circa 250 uomini provenienti per la maggior parte dalla Provincia di Belluno. La loro esperienza militare fu contrassegnata da varie difficoltà, perché malvisti dai colleghi, soldati e ufficiali, appartenenti all’esercito regolare, in quanto ritenuti a torto fra le cause della guerra. Proprio per il loro status furono impiegati nelle azioni più pericolose, nel presidio di postazioni difficili (spesso in condizioni meteorologiche estreme) e nei lavori più faticosi, ma si comportarono sempre bene, anche se erano piuttosto indisciplinati. Nel reparto cadorino si arruolarono anche alcuni intellettuali interventisti, come Edgardo Rossaro, Fernando Agnoletti e altri che ci hanno tramandato le loro esperienze di guerra. La convivenza di tanti uomini diversi per età ed estrazione sociale non fu facile e spesso scoppiavano liti per le questioni più banali, ma fra di loro si trovavano bene: era – come disse un volontario – una fratellanza tra compagni. Dopo la ritirata di Caporetto, i due reparti furono unificati nel Reparto Volontari Alpini Feltre – Cadore che fu mandato a combattere sul Grappa e in Valtellina. Nel secondo dopoguerra, i volontari superstiti si riunirono nell’“Associazione Volontari Alpini Feltre- Cadore” con l’intento di tramandare ai posteri le loro gesta. Furono organizzati numerosi incontri e affisse lapidi nei luoghi dove si svolsero i principali avvenimenti. Il più grande desiderio, quello di riuscire a creare un’area museale dove conservare documenti e cimeli, non fu però mai esaudito dalle autorità a cui si rivolsero. Ancora oggi i ricordi dei volontari sono dispersi in archivi pubblici e privati.
Nell’agosto 1983 l’“Associazione Volontari Alpini Feltre – Cadore” fu sciolta dall’ultimo dei volontari rimasto in vita.
Il libro si avvale di una ricca documentazione iconografica storica e attuale, quest’ultima conseguente al fatto che l’autore ha visitato le più sperdute postazioni di guerra di cui fornisce anche indicazioni per la visita.
La prefazione è del Prof. Marco Mondini.

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