Informazioni aggiuntive
Dimensioni | 12 × 17 cm |
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€8,50
La guida aiuta a riconoscere circa 300 tra i fiori alpini più diffusi in Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli Venezia Giulia. Dall’altopiano di Asiago alle Dolomiti, dalla catena del Lagorai alle Alpi Giulie e Carniche, fino alle Prealpi Bellunesi e Trevigiane ed al Massiccio del Grappa: un vero e proprio manuale di consultazione per tutti gli escursionisti che vogliono conoscere un patrimonio naturalistico unico.
Dimensioni | 12 × 17 cm |
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Il libro, tascabile di 180 pagine a colori, descrive ed aiuta a riconoscere circa 300 tra le specie di Angiosperme più diffuse oltre il limite del bosco tra Alpi e Prealpi Trivenete. Un vero e proprio manuale di consultazione per tutti gli escursionisti che vogliono conoscere un patrimonio naturalistico unico. Basti pensare – ricorda l’autrice del libro Lucia Merlo – che “nel solo territorio relativamente ristretto del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi sono state censite più di 1500 specie vegetali, oltre un quarto dell’intera flora nazionale. Una grande biodiversità legata alla molteplicità di ambienti di crescita per le piante che si sono venuti a creare a seguito di vari fattori, e che ha reso possibile lo sviluppo di una tale ricchezza”.
Dall’altopiano di Asiago alle Dolomiti, dalla catena del Lagorai alle Alpi Giulie e Carniche, fino alle Prealpi Bellunesi e Trevigiane ed al Massiccio del Grappa, Lucia Merlo propone per ogni fiore una scheda che riporta, a fianco della fotografia della pianta, nome scientifico, nome italiano più diffuso, periodo di fioritura, eventuale preferenza di substrato, altezza della pianta dal suolo, dimensione del fiore o dell’infiorescenza, descrizione di foglie fiori e altri caratteri importanti per il riconoscimento, indicazioni sull’habitat, intervallo di altitudine, luogo in cui è stata fotografata la specie, rarità e difficoltà a distinguerla da altre piante.
In appendice il libro è completato da un glossario che spiega i termini botanici utilizzati nel testo. “Sono tutte informazioni sintetiche ma che permettono anche agli osservatori meno preparati di riconoscere le specie che si possono incontrate camminando in alta montagna – spiega Lucia Merlo – La scelta di focalizzare l’attenzione sul Triveneto, anziché su tutto l’arco alpino, è stata voluta proprio per limitare ulteriormente la possibilità di confusione con altre specie non presenti nelle nostre zone. Ciò nonostante – fatta esclusione per molte specie dalle caratteristiche uniche ed evidenti – l’escursionista dovrà fare comunque attenzione ai dettagli. Con un po’ di pazienza, specie all’inizio, e con la guida in mano sarà possibile per tutti arrivare a dare un nome alle piante incontrate. In questo senso utile è anche il formato tascabile del volume, pensato per essere agilmente infilato nello zaino. Con l’auspicio che – al rientro dall’escursione – ci accompagni una maggior consapevolezza della ricchezza del patrimonio vegetale dei nostri monti”.
Dai 25 anni di vita condivisa tra Nadia e Casimiro, nasce questa raccolta di ricette che percorre la storia e la strada battuta in questi anni di lavoro e condivisione. Ricette scritte con passione e speranza che qualcuno voglia cimentarsi nella sperimentazione. Nella raccolta ci sono spunti e proposte che toccano la stagionalità dei prodotti e la gratinatura dei piatti; si passa dai classici risotti, alle zuppe e ai sughi e alle rivisitazioni di alcuni piatti di ispirazione etnica.
Ricette, ricordi, memorie e narrazioni. Perchè nulla vada perduto.
Fino alla metà del secolo scorso, nella società italiana le donne furono considerate inferiori all’uomo non solo per forza fisica, ma anche per capacità intellettuali e per doti artistiche; furono pagate, pure a parità di occupazione, meno dell’uomo e per lo più relegate a compiere i lavori domestici; furono impossibilitate ad intervenire nella gestione della cosa pubblica, non godendo di diritti elettorali attivi, né tanto meno passivi.
Forse una delle più significative tappe verso l’emancipazione fu l’accurata e approfondita ricerca sulla situazione femminile nei vari Paesi occidentali e nelle diverse epoche storiche, compiuta e diretta dagli studiosi francesi Georges Duby e Michelle Perrot. La storia delle donne, edita nell’ultimo decennio del secolo scorso da Giuseppe Laterza, fu un’opera pioneristica che suscitò un enorme interesse in Italia e nel mondo.
Dall’intendimento di proporre una riflessione sulla specifica situazione della donna bellunese nelle epoche passate nasce il libro Donne bellunesi dal secolo XV al 1950, dove, oltre ad analizzare leggi e norme legislative, si descrivono costumi, vicende e condizioni di vita di nobili e di popolane, di mogli e di vedove, di figlie e di madri, di streghe e di prostitute, di emigranti e di viaggiatrici, di benefattrici e di anfitrioni, di artiste e di letterate, di massere e di docenti, di suore e di imprenditrici, di levatrici e di alpiniste, di donne oggetto di violenza e di omicide, di sante e di contrabbandiere. Mentre per alcune persone l’autrice ha riportato il puro e semplice nome, per altre ha tracciato dei ritratti a tutto tondo in cui ha evidenziato vicende, caratteristiche, capacità, aspirazioni e doti.
Per la stesura di questo libro, riguardante l’intera provincia di Belluno, sono state consultate molte opere edite, ma anche numerosi documenti d’archivio ancora inediti, privilegiando soprattutto l’Archivio di Stato di Belluno e, a titolo esemplificativo, alcuni archivi parrocchiali o comunali
Miriam Curti ha sempre avuto un occhio di riguardo per le problematiche locali e ha pubblicato numerosi articoli e saggi su giornali e riviste. Alcuni dei suoi libri più significativi , scritti in collaborazione con altri studiosi o frutto solo del suo lavoro sono “Stemmi e antiche famiglie di Mel (2012)”, “Famiglie nobili di Belluno (2015)”, “Notizie da Mel 1919-1963 (2018)”, “Famiglie cittadinesche di Belluno (2020)”, “Notizie da Borgo Valbelluna (2022)”.
A cavallo tra il quindicesimo e il sedicesimo secolo, epoca in cui visse e operò Albrecht Durer, l’Italia intesa come stato sovrano unitario, ancora non esisteva. Albrecht Durer, che quest’opera ritrae a cavallo tra l’immaginazione di un viaggio nello spazio-tempo e una minuziosa ricostruzione storica, integra pienamente le caratteristiche dell’Italico d’eccellenza. Durer lo è sin da giovanissimo per il suo imprinting culturale, avendo frequentato la scuola latina nelle aule della chiesa di San Lorenzo a Norimberga. Lo è ancor di più nell’ispirazione artistica che accompagna tutta la sua vita, costellata di incontri con colossi della pittura, come Andrea Mantegna e un “giovane apprendista che veniva dalle montagne del Cadore”, poi divenuto celeberrimo col nome di Tiziano; ma anche Giovanni Bellini e Vittore Carpaccio, conosciuti tramite le loro opere, e Raffaello da Urbino, con il quale interviene uno scambio di doni. Molti sono gli “Italici” che accompagnano la vita dell’artista. Però l’artista ha un’altra caratteristica, dominante nel tema radici culturali italiane nel mondo che l’Italia celebra ufficialmente quest’anno: è un emigrante. Nel senso che l’emigrazione da un punto all’altro dell’Europa che, a quei tempi, non era certo collegata come oggi, è un elemento costante della sua vita.
Paolo Doglioni, imprenditore bellunese, ritorna ai lettori con la casa editrice DBS. Si ricordano dello stesso autore “W L’Empereur – Indagine su un dragone napoleonico e un servizio di piatti” 2009, “Il dipinto ritrovato- storia di un condottiero del XV secolo” 2011, “L’internazionalizzazione ai tempi dell’aquila reale” 2012, “Schegge di storia bellunese” 2012, “1943-1944 Diario di guerra di un bellunese” 2013, “Doglioni – Belluno, 100 anni 1921-2021”, 2020 oltre ad aver collaborato alla pubblicazione di trattati storici bellunesi.
Il ricavato dalla vendita sarà, per espressa volontà dell’autore, devoluto a sostenere un service del Rotary Club in provincia di Belluno
Tutte le nostre spedizioni in Italia avvengono via corriere BRT. Per costi e termini di servizio clicca qui.
Per contattarci: info@edizionidbs.it
Corriere del Trentino – giovedì 13 aprile 2017 –
Recensione su Corriere del Trentino, giovedì 13 aprile 2017 – articolo di Martha Canestrini
Fiori alpini del Triveneto. Una guida per escursioni
È appena uscito, per la casa editrice DBS, un agile libriccino dedicato ai fiori alpini, il titolo esatto è: Fiori alpini del Triveneto. È un tascabile, una raccolta di trecento specie di fiori e piante d’alta montagna, redatto da una botanica, la dottoressa Lucia Merlo, che ha scritto anche un’esauriente prefazione. La scelta delle essenze è circoscritta all’Altopiano di Asiago, alle Dolomiti, comprende anche le Alpi Giulie fino alle Prealpi Bellunesi e al massiccio del Grappa.
Ogni fiore o pianta fotografata sono accompagnati da una scheda con il nome italiano più diffuso, il periodo di fioritura, la preferenza di terreno, altezza della pianta, dimensioni delle
infiorescenze, dei fiori e delle foglie, altitudine in cui cresce, e anche il nome scientifico. In appendice il libro è completato da un glossario che spiega i termini botanici utilizzati nel testo.«Sono informazioni che permettono anche agli osservatori meno preparati di riconoscere le specie che si possono incontrare camminando
in alta montagna – spiega Merlo – La scelta di focalizzare l’attenzione sul Triveneto, è stata voluta proprio per limitare la possibilità di confusione con altre specie non presenti nelle
nostre zone». È dunque un libriccino comodo nelle escursioni in montagna, da infilare nella tasca dei pantaloni o dello zaino, a portata di mano, per una consultazione veloce. Lucia Merlo ha seguito le orme del grande botanico e naturalista tirolese Herbert Reisigl, scomparso da poco, autore di alcuni bei libri di consultazione sulla flora delle Alpi Meridionali, famosissimi
oltre il Brennero. Zanichelli ne ha curatala traduzione italiana nel 1993. Reisigl resta la colonna indiscussa di queste pubblicazioni. Il mondo della Flora Alpina, con altre opere, scritte spesso in collaborazione con il collega Pitschmann, — le più amate hanno bellissimi acquerelli di Schiechtl-—, o quale curatore del Piccolo Hegi svizzero, oppure anche dell’inglese Parey (Pareys Bergblumenbuch) con gli acquerelli di Marjorie Blamey, sono importanti per le diligenti ricerche e per le precise descrizioni. Mancava una pubblicazione italiana, con le stesse premesse e le descrizioni accurate delle piante citate.
La nostra Flora di Giuseppe Dalla Fior è un classico della botanica alpina; ma è un librotto di novecento pagine, scomodissimo da consultare in gita. È anche quasi senza illustrazioni,
perciò può servire solo agli addetti ai lavori. Il volume di Lucia Merlo conta cento ottanta pagine, ognuna con fotografia e descrizione di due piante. Se proprio dobbiamo trovarvi una piccola pecca: le piante descritte non sono raggruppate per colore; questa scelta faciliterebbe ancora di più la ricerca sul campo.
Viaggi & gusti –
Articolo pubblicato su Viaggi & Gusti, maggio 2017 http://www.viaggiegusti.it/libri-guide/andar-monti-fermarsi-riconoscere-fiori-alpini-del-triveneto/
I “Fiori alpini del Triveneto” sono i protagonisti della guida delle Edizioni DBS, uscita giusto per la nuova stagione botanica montana. Il libro, tascabile di 180 pagine a colori, descrive ed aiuta a riconoscere circa 300 tra le specie di Angiosperme più diffuse oltre il limite del bosco tra Alpi e Prealpi Trivenete. Un vero e proprio manuale di consultazione per tutti gli escursionisti che vogliono conoscere un patrimonio naturalistico unico.
Basti pensare – come ricorda l’autrice Lucia Merlo – che “nel solo territorio relativamente ristretto del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi sono state censite più di 1500 specie vegetali, oltre un quarto dell’intera flora nazionale. Una grande biodiversità legata alla molteplicità di ambienti di crescita per le piante che si sono venuti a creare a seguito di vari fattori, e che ha reso possibile lo sviluppo di una tale ricchezza”.
Dall’altopiano di Asiago alle Dolomiti, dalla catena del Lagorai alle Alpi Giulie e Carniche, fino alle Prealpi Bellunesi e Trevigiane ed al Massiccio del Grappa, Lucia Merlo propone per ogni fiore una scheda che riporta, a fianco della fotografia della pianta, nome scientifico, nome italiano più diffuso, periodo di fioritura, eventuale preferenza di substrato, altezza della pianta dal suolo, dimensione del fiore o dell’infiorescenza, descrizione di foglie fiori e altri caratteri importanti per il riconoscimento, indicazioni sull’habitat, intervallo di altitudine, luogo in cui è stata fotografata la specie, rarità e difficoltà a distinguerla da altre piante.
In appendice “Fiori alpini del Triveneto” è completato da un glossario che spiega i termini botanici utilizzati nel testo. “Sono tutte informazioni sintetiche ma che permettono anche agli osservatori meno preparati di riconoscere le specie che si possono incontrate camminando in alta montagna – spiega Lucia Merlo – La scelta di focalizzare l’attenzione sul Triveneto, anziché su tutto l’arco alpino, è stata voluta proprio per limitare ulteriormente la possibilità di confusione con altre specie non presenti nelle nostre zone. Ciò nonostante, fatta esclusione per molte specie dalle caratteristiche uniche ed evidenti, l’escursionista dovrà fare comunque attenzione ai dettagli. Con un po’ di pazienza, specie all’inizio, e con la guida in mano sarà possibile per tutti arrivare a dare un nome alle piante incontrate. In questo senso utile è anche il formato tascabile del volume, pensato per essere agilmente infilato nello zaino. Con l’auspicio che al rientro dall’escursione ci accompagni una maggior consapevolezza della ricchezza del patrimonio vegetale dei nostri monti”.
Il Giornale di Vicenza –
Il Giornale di Vicenza, 16 maggio 2017. Articolo di Toni Trentin
Con nello zaino – in un libretto di adeguate piccole dimensioni- le 300 schede di “Fiori alpini del Triveneto”, le passeggiate di primavera ed estate sui monti delle Prealpi vicentine e delle Alpi del Nordest possono quest’anno avere un motivo in più per essere ben godute.
Foto a colori per ciascuna varietà floreale, descrizione di periodi di fioritura e caratteristiche botaniche, specificazione dell’habitat: il testo di Lucia Merlo fresco di stampa (edizioni Dbs, 180 pagine, 10 euro) è un buon promemoria per chi di piante se ne intende e un punto d’avvio alla conoscenza dei fiori montani per chi va in escursione e mille volte si è chiesto il nome di qualche piccolo gioiello colorato nel verde e non si ricorda il nome.
Gli scatti dell’autrice Merlo, docente di scienze agrarie, sono stati fatti nell’arco geografico che va dal monte Lìsser sopra Enego alle Alpi Carniche e la flora è quella stessa (salvo endemismi preziosi ben indicati) che popola anche le Piccole Dolomiti, gli Altopiani e il Grappa sulle cui pendici sono stati ripresi vari preziosi esemplari. Una sorta di utile e non scontato vademecum floreale.