Informazioni aggiuntive
Dimensioni | 12 × 23 cm |
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Il prezzo originale era: €7,00.€6,00Il prezzo attuale è: €6,00.
44 itinerari di interesse storico-militare alla vigilia della Grande Guerra. Corredati di profilo e documentati in base alle notizie ufficiali disponibili alla fine del 1912. Con 3 rappresentazioni grafiche dei fiumi Piave, Ansiei e Boite con tutti i porti, ponti, passi, e passerelle dell’epoca.
Dimensioni | 12 × 23 cm |
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Itinerari grande guerra – 44 itinerari di interesse storico-militare alla vigilia della Grande Guerra. Corredati di profilo e documentati in base alle notizie ufficiali disponibili alla fine del 1912.
Con 3 rappresentazioni grafiche dei fiumi Piave, Ansiei e Boite con tutti i porti, ponti, passi, e passerelle dell’epoca.
Difendere i valichi alpini e i confini dolomitici: era questo uno dei fondamenti della strategia difensiva italiana da fine Ottocento. Per questa ragione, proprio in quel periodo, si videro sorgere in zone alpine quali il cadore fortificazioni come Monte Rocco, batteria Castello, Forte Monte Tudaio, Forte Monte Rite. L’obiettivo per cui tali fortezze vennero realizzate era di controllare i locali collegamenti e sbarrare la strada a un possibile nemico. Anno dopo anno tali strutture divennero un complesso così articolato e interconnesso da imporre la realizzazione di nuove vie d’accesso e di una congrua rete viaria.
Sono strade e sentieri nati per la guerra ma ad essa sopravvissuti e che l’escursionista ripercorre ancor oggi spesso senza saperne l’origine. Con questa guida gli autori vogliono restituire a turisti e curiosi la consapevolezza delle origini e della storia dei percorsi che attraversano. Sono 44 itinerari – talora impegnativi in alta montagna e tal altra frequentatissime vie di fondovalle – accomunate da una origine militare e da un destino infelice.
Dopo il 24 maggio 1915 infatti, e ancor più dopo Caporetto, i territori considerati furono tagliati fuori da una linea di fronte più avanzata. Ai primi di novembre del 1917 forti postazioni carrarecce e mulattiere furono abbandonati in tutta fretta e l’intera Fortezza Cadore-Maè si afflosciò ingloriosamente senza esprimere alcuna propria potenzialità.
Nel 1987 Aldo Villabruna, in un cantiere nel comune di Sovramonte, rinvenne una sepoltura con i resti di ossa umane e una punta di freccia risalenti all’ultima fase del periodo Paleozoico, 14.000 anni fa appunto. Da allora il Cacciatore o Uomo della Val Rosna ha fornito e continua a fornire preziosissime informazioni sui primi abitanti delle Alpi occidentali: si tratta di una delle più antiche sepolture di area alpina, ma rappresenta anche un esempio straordinario di arte funeraria paleolitica, nonché il primo caso di intervento odontoiatrico della storia!
Il volume dedicato ai ragazzi, ma ricco di informazioni specifiche di sicuro interesse anche per gli adulti, è diviso in due parti. La prima, di carattere narrativo, racconta la storia di un gruppo di cacciatori e raccoglitori nomadi, che seguendo le migrazioni degli animali, giunge dalla pianura ai piedi delle Alpi. Chiara Villabruna, grazie a una narrazione incalzante e ricca di dettagli, ci restituisce un racconto coinvolgente e appassionante, capace di immergere grandi e bambini nello stile di vita di coloro che hanno abitato quel riparo nella valle tra i torrenti Rosna e Cismon. Nella seconda parte, di carattere divulgativo, Aldo Villabruna espone con precisione e con il supporto di numerose immagini, i reperti rinvenuti nella sepoltura e le loro funzioni, aggiungendo al libro un irresistibile valore didattico. A impreziosire la storia ci sono le delicate e suggestive illustrazioni di Marisa Viezzoli.
Il libro, ultimo nato delle Edizioni DBS, rappresenta un ulteriore tassello nella missione della casa editrice: raccogliere, preservare e divulgare la storia e il vasto patrimonio culturale del territorio, soprattutto ai giovani, così da evitarne la dispersione. Una storia, come quella dell’Uomo della Val Rosna, che anche a distanza di 14.000 anni continua a sorprendere ed emozionare.
E se si scoprisse che la Valle di Seren che ormai conta pochi residenti, fosse stata in realtà colpita da una maledizione lanciata anni orsono da un parroco per vendicarsi del voltaspalle dei suoi parrocchiani?
Daniele Gazzi e Dante Rech ripercorrono questo fatto e/0 leggenda che si tramanda da generazioni e attraverso una lunga carrellata di foto descrivono la vita, a volte dura, ma sempre dignitosa di chi questa Valle la ha vissuta, amata, protetta e purtroppo ha dovuto lasciare a causa delle dure condizioni di vita
C’è Giulietta, la bambina che va di fretta, Teresa che dorme con la luce accesa, Doriana che veste strana e ancora Eunice che canta quand’è felice….
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