Additional information
Dimensions | 28,5 × 21,5 × 1 cm |
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Autore | |
Anno | |
Formato | |
Pagine | |
EAN |
Dimensions | 28,5 × 21,5 × 1 cm |
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Prendendo ispirazione e riconoscendo fin dal titolo un omaggio a Buzzati, I miracoli di Val Canzoi è un’opera autonoma, non certo una imitazione affermano gli autori Giovanni Trimeri e GianAntonio Cecchin.
Con la prefazione di Fabio Atzori, il libro di 85 pagine si sviluppa in tavole con i disegni aventi come soggetto la riproduzione del miracolo e la relativa narrazione del fatto.
La ribellione……………………………….pagina 10
Il vortice………………………………….pagina 12
L’attacco…………………………………..pagina 14
Bombarda……………………………………pagina 16
Imprevisto………………………………….pagina 18
Volo estremo………………………………..pagina 20
Duello ai piani eterni……………………….pagina 22
L’apparizione……………………………….pagina 24
L’esplosione del poiat……………………….pagina 26
Quell’estate del ’46 in Erera-Brendol………….pagina 28
La Tifa Verde……………………………….pagina 30
Il matrimonio di Ganimede Tavorlin e Anda Bissorbolu…pagina 32
Il prezzo della curiosità…………………….pagina 34
Il giornale titolò: Un miracolo in Val Canzoi…..pagina 36
Davide e Golia a Venezia……………………..pagina 38
Premonizione………………………………..pagina 40
Il granchio del lago di Busche………………..pagina 42
Le prussiane………………………………..pagina 44
L’aquila imperiale…………………………..pagina 46
Il mulino sul torrente Caorame………………..pagina 48
Un lavoro pericoloso…………………………pagina 50
All’inseguimento della Via Claudia Augusta……..pagina 52
La danza macabra della maestra……………….pagina 54
Speleologi nella pandemia…………………….pagina 56
Pasqua di fuoco……………………………..pagina 58
L’autore ci illumina su come la sinistra democratica italiana si sia distinta per la sua straordinaria capacità di manipolare la storia con una furbizia degna dei migliori illusionisti, il tutto condito con un buonismo onirico e irreale che fa sembrare le favole dei racconti realistici. Ma non è tutto: con la sua manifesta incapacità di affrontare i problemi reali del nostro tempo e la sua presunzione di essere il “modello umano superiore”, la sinistra si sta allontanando sempre di più dal sentire comune della gente, rischiando di rimanere isolata nella sua torre d’avorio. Inoltre l’autore, evidenzia la sconfitta economica, militare e ideologica dell’Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale all’interno della scacchiera internazionale delle grandi potenze.
Il libro è stato auto prodotto dall’autore Gianni Sagrillo di 67 anni, bibliotecario presso la Comunità Montana Feltrina per quattro anni. Ha ideato trasmissioni musicali (sulla storia del blues e del jazz) per varie radio private, oltre ad essere un appassionato di storia, l’autore ama la musica e suona il pianoforte. Vive a Feltre, in provincia di Belluno.
Dai 25 anni di vita condivisa tra Nadia e Casimiro, nasce questa raccolta di ricette che percorre la storia e la strada battuta in questi anni di lavoro e condivisione. Ricette scritte con passione e speranza che qualcuno voglia cimentarsi nella sperimentazione. Nella raccolta ci sono spunti e proposte che toccano la stagionalità dei prodotti e la gratinatura dei piatti; si passa dai classici risotti, alle zuppe e ai sughi e alle rivisitazioni di alcuni piatti di ispirazione etnica.
Ricette, ricordi, memorie e narrazioni. Perchè nulla vada perduto.
Fino alla metà del secolo scorso, nella società italiana le donne furono considerate inferiori all’uomo non solo per forza fisica, ma anche per capacità intellettuali e per doti artistiche; furono pagate, pure a parità di occupazione, meno dell’uomo e per lo più relegate a compiere i lavori domestici; furono impossibilitate ad intervenire nella gestione della cosa pubblica, non godendo di diritti elettorali attivi, né tanto meno passivi.
Forse una delle più significative tappe verso l’emancipazione fu l’accurata e approfondita ricerca sulla situazione femminile nei vari Paesi occidentali e nelle diverse epoche storiche, compiuta e diretta dagli studiosi francesi Georges Duby e Michelle Perrot. La storia delle donne, edita nell’ultimo decennio del secolo scorso da Giuseppe Laterza, fu un’opera pioneristica che suscitò un enorme interesse in Italia e nel mondo.
Dall’intendimento di proporre una riflessione sulla specifica situazione della donna bellunese nelle epoche passate nasce il libro Donne bellunesi dal secolo XV al 1950, dove, oltre ad analizzare leggi e norme legislative, si descrivono costumi, vicende e condizioni di vita di nobili e di popolane, di mogli e di vedove, di figlie e di madri, di streghe e di prostitute, di emigranti e di viaggiatrici, di benefattrici e di anfitrioni, di artiste e di letterate, di massere e di docenti, di suore e di imprenditrici, di levatrici e di alpiniste, di donne oggetto di violenza e di omicide, di sante e di contrabbandiere. Mentre per alcune persone l’autrice ha riportato il puro e semplice nome, per altre ha tracciato dei ritratti a tutto tondo in cui ha evidenziato vicende, caratteristiche, capacità, aspirazioni e doti.
Per la stesura di questo libro, riguardante l’intera provincia di Belluno, sono state consultate molte opere edite, ma anche numerosi documenti d’archivio ancora inediti, privilegiando soprattutto l’Archivio di Stato di Belluno e, a titolo esemplificativo, alcuni archivi parrocchiali o comunali
Miriam Curti ha sempre avuto un occhio di riguardo per le problematiche locali e ha pubblicato numerosi articoli e saggi su giornali e riviste. Alcuni dei suoi libri più significativi , scritti in collaborazione con altri studiosi o frutto solo del suo lavoro sono “Stemmi e antiche famiglie di Mel (2012)”, “Famiglie nobili di Belluno (2015)”, “Notizie da Mel 1919-1963 (2018)”, “Famiglie cittadinesche di Belluno (2020)”, “Notizie da Borgo Valbelluna (2022)”.
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