Informazioni aggiuntive
Peso | 0,255 kg |
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Dimensioni | 16,5 × 23,5 cm |
Autore | |
Anno | |
Formato | |
Pagine | |
A cura di |
Nel suo quaderno Luigi Rech racconta la Valle di Seren del Grappa ed i suoi abitanti in un viaggio fatti di aneddoti, ricordi, tradizioni. Le pagine, introdotte da scritti di Marco Rech Francesco Scopel e Gabriele Gabrielli, sono riprodotte in modo anastatico. L’autore chiede scusa per gli errori ortografici, che sono tuttavia parte integrante di una testimonianza originalissima su una valle bellissima che è esempio emblematico dello spopolamento subito dalle montagne della zona.
Peso | 0,255 kg |
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Dimensioni | 16,5 × 23,5 cm |
Autore | |
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A cura di |
Nel suo quaderno Luigi Rech racconta la Valle di Seren del Grappa ed i suoi abitanti in un viaggio fatti di aneddoti, ricordi, tradizioni. Le pagine, introdotte da scritti di Marco Rech Francesco Scopel e Gabriele Gabrielli, sono riprodotte in modo anastatico. L’autore chiede scusa per gli errori ortografici, che sono tuttavia parte integrante di una testimonianza originalissima su una valle bellissima che è esempio emblematico dello spopolamento subito dalle montagne della zona.
Scrive il curatore, Marco Rech: “Mi aspetto che venga riproposto anche un seguito a questa “impresa editoriale” che purtroppo si ferma alla fine della Grande Guerra. Ne va della completezza dell’ “Enciclopedia di Valle”. Nel leggere “I miei ricordi della Valle”, mi sento coinvolto anche come ricercatore: infatti Luigi racconta di sua nonna, profuga a Seren dal novembre al marzo 1918. Lei aiutò Scopel Pasqua, moglie dell’impiegato di posta Rech Giovanni, durante la sua grave malattia. Io mi sono occupato dell’episodio, citando Don Antonio Scopel e von Barchetti, l’ufficiale medico viennese che le praticò la tracheotomia per liberarla dall’impedimento causato da un tumore alla gola. Non sapevo proprio che la nonna di Luigi avesse seguito da vicino le sofferenze della mamma di Leonida Rech (nostro illustre paesano, di cui la scuola media porta il nome!). Mi scuso con Luigi per la dimenticanza, ma non è stata certo una cosa voluta. Non conoscevo per nulla il fatto.
Mi sembra di poter dire che questa operazione riguardante la Valle può avere l’effetto di un ulteriore avvicinamento a quello che è un mondo che ci ha lasciato dentro una grande nostalgia. Che non si perda quello che la saggezza popolare riesce ancora a trasmettere”.
Con “Diario di un Sindaco”, l’autore ha voluto lasciare traccia dei suoi vent’anni in municipio, quindici dei quali come Primo Cittadino a Rocca Pietore, comune montano sulle Dolomiti bellunesi, convinto che una esperienza di vita così profonda debba essere trasmessa quale diretta testimonianza, utile per comprendere molte sfumature dell’attività amministrativa, spesso denigrata, criticata e il più delle volte, purtroppo disconosciuta. Gli accadimenti di cui il suo Comune, negli anni, è stato teatro, rappresentano perlopiù una “consueta ordinarietà” per tutti i municipi ma, in qualche caso, al contrario, il territorio è stato protagonista di vicende sicuramente eccezionali. Tutte queste particolarità riflettono con chiarezza un percorso di vita significativo, riportato qui in una sorta di diario temporale che racconta pagine di storia di uno dei tanti Sindaci che si cimentano con passione nel complicato lavoro di Amministratore Pubblico.
Andrea De Bernardin, nato e cresciuto ai piedi della Marmolada, sin da giovanissimo è appassionato di storia al punto da incentrare su di essa l’attività lavorativa e trarne ispirazione per diverse apprezzate pubblicazioni. Una fra tutte “La città di ghiaccio, guerra nelle viscere della montagna”, assieme al collega Michael Wachtler.
Un libro che descrive la vita e le avventure dell’ Ispettore Superiore Scelto del Corpo forestale dello Stato Nicola Pierotti, vicende meritevoli di essere vissute e degne di essere lette; strumento per comprendere un po’ meglio il mondo in cui viviamo. Nel volume sono descritte minuziosamente le indagini svolte durante la sua carriera, quali l’arresto del piromane dell’Isola del Giglio, del bracconiere che per poco non lo uccideva, i vari tentativi di corruzione e numerosi altri episodi. Un quadro di vita intensamente spesa per proteggere natura e animali da tutta quella gente “per male” quali inquinatori, trafficanti o bracconieri, ma anche superiori pavidi e politici senza vergogna. Libro da leggere fino in fondo.
Il volume è una raccolta di riflessioni e di parole, le parole della montagna che diventano pensieri. Sono le parole delle ALBE fatte di silenzi. Sono le parole della NOTTE che ha ceduto con discrezione i suoi segreti al VENTO. Sono le parole delle ACQUE che gorgogliano frale ombre di un BOSCO pieno d’incanto. Sono le parole delle ferite inferte dall’uomo ai Monti e che ora raccontano struggenti vicende di una GUERRA non troppo lontana. Sono le parole dell’INVERNO che sigilla la ROCCIA in uno scrigno di diamanti. Sono le parole delle NUVOLE, scialli leggeri dispiegati a coprire le spalle di giganti di pietra: le MONTAGNE.
L’autrice spiega di “aver cercato di fermare il suo tempo nei pensieri che ha raccolto nel lungo cammino che l’ha portata a frugare fra le pieghe di roccia, nei cupi canali, nella luce sfolgorante del sole, nella bandiera turchina del cielo. Un piccolo ricordo per farle pensare che vivere “quassù” non è mai vivere soli e che ogni parola è dono prezioso.
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